martedì 12 febbraio 2013

Quel che pensiamo della proposta di variante di PTCP

Il gruppo Pd in Provincia di Lecco ribadisce le molte perplessità e contrarietà all'avvio della variante di PTCP promossa e votata dalla Giunta Nava e dalla sua maggioranza.

In particolare esprime preoccupazione per una variante ad un piano, quello del 2008, che viene lasciato pressochè intonso, salvo inserire un principio che, soprattutto se non governato saldamente e con linee guida chiare, può dar adito ad una sorta di liberismo edificatorio, a tutto danno del nostro territorio e solo a lieve, se non nullo, supporto all'uscita dalla crisi economica.

A fronte di molteplici richieste di innovazione, esigenza fortemente espressa da tutti i soggetti coinvolti nella giornata di lavoro promossa dalla Provincia nell'ottobre 2012 (OST), “da intendere tanto come
processo evolutivo delle imprese esistenti che come opportunità di accogliere nuove imprese innovative”, e di mobilità funzionale allo sviluppo economico, l'unica nuova risposta, alla fin fine, che questa variante di piano esprime è data dalla possibilità di ampliamenti industriali, prescindendo dalle potenzialità già possibili perchè già presenti nel PTCP vigente ed eliminando o dilatando le soglie di sovraccomunalità .

Ricordiamo che il PTCP vigente consente già le seguenti espansioni:

i Comuni possono ampliare le aree produttive nei singoli PTCP secondo queste soglie di sovraccomunalità (art. 28 NTA)
+ 15.000 mq x ogni Comune (5.000 x la valsassina e lago)
(ciò significa che oltre certe soglie i Comuni possono cmq fare ampliamenti ma facendo accordi con i Comuni limitrofi x perequare il suolo sottratto x le infrastrutture x condividere lo sviluppo oltre soglia x individuare ri-equilibri territoriali in termini di infrastrutture, servizi, ambiente, ecc.)
Inoltre ogni Comune può prevedere:
Riconversione di aree dismesse esistenti (non conteggiate nei parametri di cui sopra)
Individuazione in aggiunta a quanto sopra aree locali in ampliamento x:
Art. 30 NTA + 5.000 mq (ridotti a 2.500 x valsassina e lago)
E ancora: + 15% di tutte le aree esistenti x adeguamenti della produzione

La nostra preoccupazione nasce dall'opinione che l'analisi socio-economica effettuata abbia l'obiettivo di ratificare, ex post, scelte politiche già assunte e che quindi manchino pezzi di analisi che avrebbero guidato, in modo concreto, le scelte della Giunta e del Consiglio. Scelte che ad oggi non si evincono nei documenti proposti, non essendo evidenziata una revisione normativa delle aree produttive.

Manca una mappatura effettiva delle aree produttive esistenti e la loro effettiva utilizzazione, delle aree dismesse, manca un'analisi sulla modalità di crescita e sviluppo delle aree sul territorio della provincia, manca un'analisi della domanda e dell’offerta di aree e della domanda rimasta inevasa, manca la localizzazione territoriale in relazione alle infrastrutture, manca un'immagine dell'andamento nei PGT dei Comuni della pianificazione di aree di questo tipo, mancano le richieste avanzate, negli anni, dai Comuni e le rispettive eventuali criticità rispetto ai criteri di sviluppo consentiti dall’attuale PTCP.
Non viene tenuto in considerazione il patrimonio immobiliare sfitto o inutilizzato.

Inoltre continuiamo a ribadire che a nostro parere è una variante sbagliata nei tempi, che parte dai dati relativi il triennio 2007/2010, senza tenere conto che i veri effetti della crisi si sono materializzati successivamente a questo periodo in maniera più evidente.

Un'ulteriore preoccupazione ci deriva da un'affermazione dell'Assessore Bezzi fatta durante la Conferenza dei Sindaci della Brianza. In sintesi diceva che la variante di PTCP deve, secondo le sue intenzioni, tenere obbligatoriamente conto delle valutazioni e delle osservazioni dei Sindaci, a costo di dover rivedere scelte fatte in precedenza. Frase ambigua che ci preoccupa molto, al pari di tante altre.
Noi riteniamo possa essere valida solo a fronte di una premessa, non derogabile. Ossia che il PTCP è strumento provinciale di pianificazione di area vasta, che non può farsi sopraffare dai singoli localismi e da esigenze microterritoriali. La Provincia di Lecco non può delegare ai Comuni il compito di programmazione territoriale che le compete. Un conto è la flessibilità di utilizzo degli strumenti di programmazione, all'interno di maglie ben definite, un conto è lo “splafonamento urbanistico”.

Per quel che riguarda la parte relativa a Rete Ecologica – Paesaggio, apprezziamo il tentativo di legare gli interventi edilizi alle compensazioni ambientali, ma ci preoccupa la sottovalutazione delle difficoltà nel far rispettare indicazioni che hanno una ricaduta diretta sulla rendita fondiaria.

In particolare il nuovo art. 61 stabilisce che:

I comuni definiscono, tramite appositi studi, la consistenza delle misure di compensazione in relazione alle tipologie di interventi previste. In attesa o in assenza di tali studi, si individuano i seguenti rapporti:
per ogni mc edificato, sia interrato che fuori terra, verranno calcolati 3 m lineari di siepi o 1 mq di bosco o ecosistema equivalente;
per ogni mq di strada, 5 mq di bosco o ecosistema equivalente;
per elettrodotti e metanodotti, 3 mq di bosco o ecosistema equivalente ogni mq disboscato

La norma è certamente interessante, ma non si spiega come possono essere individuate le aree in cui effettuare tali compensazione. E' noto infatti che gli interventi di edificazione sono effettuati da operatori privati che hanno poi difficoltà a reperire le aree per tali compensazioni. Se si vuole che la norma sia efficace è necessario che siano i Comuni o la Provincia stessa ad individuare gli ambiti in cui tali compensazioni debbono essere attivate (aree pubbliche, aree da perequare, ecc) e compito del PTCP è di chiarire anche le modalità di reperimento di queste aree.

Apprezziamo, infine, l'evidenza che è stata data ad una delle idee su cui la precedente Amministrazione ha tenacemente lavorato.
La Tavola: “Rete verde” contenuta nella cartella “Rete verde di ricomposizione paesaggistica”, infatti, altro non è se non la revisione del la tavola “Quadro strategico territoriale” già contenuta nel vigente PTCP, rimaneggiata alla luce della revisione della tavola di rete verde vera e propria. 
In sostanza il documento strategico è un documento che fu fatto per la prima volta nel 2008 nel tentativo di far recepire al PTCP le diverse progettualità di sistema esistenti sul territorio.

Purtroppo dobbiamo rimarcare che, in generale, manca la volontà di far diventare questo quadro d’insieme un vero e strumento di sviluppo strategico del territorio: un quadro programmatico che l’analisi socio economica doveva invece contribuire ad indagare, verificare, motivare, confermare, andando a fornire, in sostanza, elementi utili per disegnare una aggiornata visione di sviluppo. 

Il processo avviato in questo senso nel 2008 non trova invece sviluppi nemmeno in questa proposta di variante. Ed è stato chiaro che non sarebbe potuto avvenire, perché in questi anni, anziché cercare di sviluppare e avviare i progetti di PTCP, racchiusi nei famosi 12 obiettivi strategici del PTCP in vigore, si è perso tempo ad avviare questa variante su questioni di facciata (aree produttive) e a mettere mano a Piani che potevano anche aspettare tempi migliori (vedi il Piano Cave).

Vogliamo ricordare questi 12 obiettivi, che ben danno l'idea della complessità della visione che sta dietro:

1. Valorizzare le qualità paesistiche e culturali del territorio provinciale e la collocazione metropolitana della Città dei Monti e dei Laghi Lecchesi – componente primaria dei Sistemi Territoriali Pedemontano e dei Laghi individuati dal Piano Territoriale Regionale (PTR) - come vettore di riconoscimento dell’identità locale e come opportunità di sviluppo sostenibile del territorio;
2. Confermare la vocazione manifatturiera della provincia di Lecco e sostenere i processi di innovazione (e di rinnovo) dell’apparato manifatturiero;
3. Migliorare l’integrazione di Lecco e della Brianza nella rete urbana e infrastrutturale dell’area metropolitana;
4. Favorire lo sviluppo di una mobilità integrata e più sostenibile;
5. Migliorare la funzionalità del sistema viabilistico, specializzandone i ruoli in relazione alle diverse funzioni insediative servite (produzione, residenza, fruizione);
6. Tutelare il paesaggio come fattore di valorizzazione del territorio e come vettore di riconoscimento e rafforzamento dell’identità locale;
7. Conservare gli spazi aperti e il paesaggio agrario, qualificando il ruolo della impresa agricola multifunzionale e minimizzando il consumo di suolo nella sua dimensione quantitativa ma anche per i fattori di forma;
8. Contrastare la tendenza ad un progressivo impoverimento della biodiversità e alla riduzione del patrimonio di aree verdi;
9. Qualificare i tessuti edilizi incentivando lo sviluppo di nuove tecnologie bio-compatibili e per il risparmio energetico;
10. Migliorare le condizioni di vivibilità del territorio;
11. Garantire la sicurezza del territorio con particolare riferimento alla montagna;
12. Promuovere i processi di cooperazione intercomunale e la capacità di auto-rappresentazione e proposta dei Sistemi Locali.

Li riteniamo obiettivi che, associati ai progetti strategici di Ptcp (PRINT E PVA), costituiscono la carta di identità dei progetti strategici di sviluppo infrastrutturale, culturale, turistico e produttivo del nostro territorio, connotati identificativi da rafforzare, quindi, e da sviluppare soprattutto nella prospettiva di "fusione" con altre Province.
Riteniamo si debba trovare, quindi, il coraggio di sporcarsi le mani e lavorare su progettualità
concrete, se non si vuole che la Provincia di Lecco si ritrovi ad esercitare il ruolo di cugino povero nel futuro assetto provinciale.

Ruolo che, dagli anni del pionieristico Consorzio alla costituzione della nuova Provincia, ci siamo abituati a non dover più esercitare grazie all'orgoglio di tanti lecchesi che hanno saputo mettersi in gioco.

Lecco, 23 gennaio 2013