La stagione del rilancio
dell’agricoltura lecchese, durata per oltre dieci anni con le
amministrazioni di centrosinistra, sembra definitivamente conclusa.
Chi ha a cuore le sorti dell’agricoltura lecchese attende invano da
quattro anni provvedimenti da parte dell’amministrazione in carica,
sollecitati in più occasioni, ma senza risultato.
Nella precedente amministrazione ho
avuto per alcuni anni, la responsabilità politica di questo settore
e sono ben consapevole delle difficoltà e delle potenzialità
presenti, ma le une si possono fronteggiare e le altre sviluppare
solo attraverso una visione e una strategia, che è mancata in questi
ultimi quattro anni.
Può essere nell’ordine delle cose
che forze politiche alternative siano portatrici di una diversa
visione delle politiche per un settore e perciò abbiano differenti
approcci, ma ciò che è stupefacente è quello a cui siamo costretti
ad assistere, ormai da lungo tempo, come cittadini e come
rappresentati eletti all’interno delle istituzioni: la totale
mancanza di azione dell’amministrazione nel settore agricolo e
l’atteggiamento, sprezzante, della Giunta nei confronti del
Consiglio provinciale. All’unanimità il Consiglio aveva
approvato, ormai nel lontano 2011, un ordine del giorno, a cui
tardivamente la Giunta aveva dato seguito con un primo provvedimento
programmatico, che poi è rimasto “lettera morta”. Mi riferisco
al progetto di sviluppo della filiera corta del latte, per il quale
il Consiglio meriterebbe almeno un aggiornamento serio in merito allo
stato del progetto, a cosa è stato realizzato e a ciò che non è
stato fatto. Mi permetto di ricordare al nuovo assessore
all’agricoltura, se quello precedente non l’avesse fatto nel
passaggio di consegne, gli unici atti deliberativi di questa
amministrazione che hanno preso in considerazione un progetto per
l’agricoltura lecchese: la Delibera del Consiglio provinciale n. 17
del 7/2/2011 e la Delibera della Giunta provinciale. n. 173 del
19/07/2011.
E’ cambiato l’assessore, è
cambiato il dirigente, sono stati riorganizzati gli uffici, ma il
risultato a cui assistiamo è lo stesso: per questa amministrazione
l’agricoltura non esiste!
In questi quattro anni
l’amministrazione di centrodestra non ha delineato una visione e
non ha messo in cantiere un progetto. Non ha agito per lasciare
sviluppo al territorio, non ha nemmeno tentato di mettere in campo
qualche idea, ad esempio per affrontare Expo 2015, di cui si è ormai
alla vigilia e che è centrato proprio su agricoltura e
alimentazione. E’ possibile pensare che l’agricoltura di un
territorio, ricco di risorse attrattive come il nostro, che si pensa
e si auspica possa essere visitato da centinaia di miglia di persone
che arriveranno a Milano per l’ormai prossima esposizione
universale del 2015, non abbia nulla da offrire?
Evidentemente per questa
Amministrazione la risposta è “no”, vista l’afasia della
Giunta su questo argomento. Ritengo che sia un errore non pensare, ad
esempio, che occorra riqualificare l’offerta gastronomica, creare
reti di relazioni e servizi fra gli agricoltori e con chi si occupa
di ristorazione e di turismo, operare per contribuire a valorizzare
nel territorio una cultura alimentare che renda vivi i prodotti
locali e non li riduca a semplici oggetti di folclore, difendendoli e
diffondendoli.
Stiamo vivendo in un tempo di crisi
economica che per migliaia di persone significa perdita del lavoro e
del reddito. Centinaia di piccole imprese nel nostro territorio sono
costrette a ristrutturarsi e a guardare anche verso ambiti di
attività diversi da quelli precedenti, alla ricerca di alternative
alla chiusura. In questo contesto, anche l’agricoltura potrebbe
rappresentare un settore di interesse che potrebbe aiutare a creare
nuove prospettive, soprattutto ai giovani, utilizzando meglio le
risorse del territorio. Invece, cosa è successo? Le reti fra i
produttori non si sono sviluppate oltre il livello a cui erano giunte
grazie al lavoro svolto in precedenza; stessa situazione per quelle
con altri operatori e con i consumatori. La diffusione dei prodotti
locali nella ristorazione non ha ricevuto alcuno stimolo e le risorse
del territorio, a partire dai boschi, sono state abbandonate dalla
Provincia. Paradossalmente, proprio quando sono disponibili dati
aggiornati dell’ultimo censimento agricolo nazionale del 2010 non
vengono più prodotti e diffusi dati sul settore a livello
provinciale e ogni giorno, nei confronti dell’agricoltura, continua
da lungo tempo a consumarsi una congiura del silenzio.
Italo Bruseghini - capogruppo PD Provincia di Lecco