giovedì 20 gennaio 2011

Intervento sul bilancio della Consigliera Anna Mazzoleni - Consiglio Provinciale del 17 gennaio 2011

Non che ci sia troppo da dire.
Ragionando non da opposizione, ma da minoranza, e con una certa volontà di collaborazione c'è poco da argomentare su questo bilancio. E' un bilancio forzato, costretto nelle gabbie sanzionatorie imposte da una legge del governo centrale.
Una legge messa in discussione non da me, dal mio gruppo, dal mio partito ma congiuntamente da Upi, Upl, sindaci di variegate parti politiche e non solo.
Una mano pesante, un ombra greve sopra questo provvedimento. Lo stato matrigna impone, l'Assessore al bilancio della Provincia di Lecco esegue.
Constato le difficoltà obiettive dell'Amministrazione e in particolare dell'Assessore al Bilancio, ma tocca a voi. È vostra piena responsabilità.
Come la minoranza ha constatato astenendosi al voto del 8.11.2010 che ha dato mandato alla giunta, nell'impossibilità obiettiva di conseguire gli obiettivi del patto di stabilità, di disporre i pagamenti ed atti che ne avrebbero conseguito l'uscita.
Come ha constatato nella seduta consiliare del 29.11.2010 lasciando passare senza commenti tra le altre variazioni di bilancio la manovra prudenziale dell'assessore che ha tecnicamente anticipato all'esercizio trascorso entrate e relative spese finanziate con tranche di mutui flessibili già contratti per complessivi 6.500.000,00 . Una manovra cautelativa nei confronti di una possibile interpretazione restrittiva della normativa sul patto di stabilità, nell'ipotesi che comprendesse cioè nella sanzione che impedisce l'accensione di nuovi mutui anche la destinazione nel corso dell'esercizio sanzionato delle tranche di mutui già in essere, evidentemente ritenuta probabile dall'assessore. Insomma un pararsi ...nei confronti del vostro stesso governo, del vostro stesso ministro.
Dunque l'uniformità di filiera politica governo-regione-provincia salutata con tanta soddisfazione allo scontro con i fatti si traduce in un (ragionevole, per carità) sospetto nei confronti del vostro governo centrale e sottolineo vostro.
E' andata via in silenzio ma me lo riconoscerà che è emblematico:l'Assessore ha temuto per non saper né leggere né scrivere una ipotetica estensione della norma, come se non ci fosse la fiducia di poter argomentare pacificamente le proprie sacrosante ragioni avverso una futura eventuale lettura interpretativa avversa nemmeno con la propria stessa parte politica.
Dunque politicamente siamo tornati al discorso già fatto della discrepanza tra i proclami a livello locale che infiammano l'elettorato leghista con battaglie federaliste e il voto di sostegno sempre e comunque acritico del governo centrale in scelte gravemente nocive agli enti locali, alle economie dei nostri territori. E non mi rispondete un'altra volta con il panegirico del l'imminente federalismo risolutore: se voi siete al laccio e ci credete ancora permettete a noi di esserne scettici, e ancor più nella prospettiva di questo federalismo regionale che viene avanti devolutivo, quindi per graziosa concessione centrale, e non nella capacità di federare municipalità e enti realmente autonomi, cosa che può avvenire solo in prospettiva storica, come dimostrato dall'esperienza di chi il federalismo reale ce l'ha e non l'ha inventato né in un giorno né in un decennio.
Dunque, non solo sostenete la mano che ci strangola (anzi ci strangolate proprio con le mani di Tremonti), ma poi, alla fin fine, con il buon senso del padre di famiglia ed è detto senza ironia, se c'è l'occasione per portarsi al sicuro l'assessore non si affida certo al suo stesso ministro per puro caso della sua stessa maggioranza politica.
Che cosa abbia poi a che vedere con l'oculata amministrazione, con il risanamento dei bilanci pubblici il rispetto in particolare del saldo di competenza mista, vero nodo cruciale nel rispetto del patto e vera condizione di impossibilità per l'ente locale a una seria programmazione a lungo termine che possa tener conto anche delle necessità congiunturali, della difesa più possibile aderente ai problemi giorno per giorno del proprio territorio in somma di quegli elementi di flessibilità necessari ad una seria e lungimirante programmazione a lungo termine. Il saldo di competenza mista castra le possibilità di ragionare sugli investimenti a lungo programma anche quando sono sostenuti da bassi indebitamenti complessivi e da riserve cospicue come nel caso della Provincia di Lecco.
Che federalismo è quello che atrofizza progressivamente l'ente locale a bilanci talmente asfittici da consentirgli poco più che la pura sopravvivenza? Che federalismo è quello che tiene in piedi i bilancio solo a suon di fondi vincolati o solo per trasferimenti per funzioni delegate che dal livello superiore sono state decretate, peraltro insufficienti o perlomeno pagati con modalità meritevole di discussione nella presente relazione dell'assessore? Dentro questo modello la provincia, che pure avrebbe immense potenzialità per la minuziosa conoscenza del territorio, della gente che lo abita, delle attività che vi insistono, diventa sempre più un esecutore materiale, un erogatore locale di funzioni e servizi decisi altrove. Non è questo il modello di federalismo virtuoso sul quale ogni partito serio specie nelle sue declinazioni locali è comunque sensibilmente interessato a discutere.
Nel merito ragionare dell'aumento delle tariffe per spese di istruttoria e sopralluoghi, dell'ipotesi di cercare un gettito supplementare nel riordino dei canoni sui mezzi pubblicitari. (si gratta il fondo, eh...), ma non stiamo a farla lunga. Riassumo constatando la tendenza ad un bilancio asciutto per quanto riguarda l'attribuzione iniziale ai diversi settori, con un fondo di riserva di € 154.628,00 mantenuto relativamente alto per poter avere a seguire margini di manovra attraverso successive variazioni di bilancio in ragione dei progetti che verranno a presentarsi concretamente durante l'anno, sul quale modo di procedere non abbiamo nulla dire, se non che da una parte costringe a una competizione si spera sana i diversi assessorati tra loro, dall'altra obiettivamente significa veramente per ciascuno di loro dover fare i salti mortali per ragionare anche solo in fase progettuale senza ancora copertura...Insomma l'assessore tiene ben saldi i cordoni della borsa, e si avvia a un anno di rigorosa austerità. Di fatto una impostazione in progress sulla quale ragionevolmente in questo momento non ci si può attendere dalla minoranza né la firma in bianco, né chissà quali crociate.
Tre emendamenti sono stati presentati, e sottolineo che hanno una valenza simbolica, più per sottolineare tre esempi di pericoli possibili a questo modo di operare: quello di dare più peso alla forma che alla sostanza, quello di affamare organismi privi della possibilità di far altro che mantenere se stessi, quello di non fare il più che possibile per salvare le vere priorità di servizio ai cittadini.
In due parole, sia per il federalismo che per questo bilancio, e voglio vedere bene quanti mi capiscono: mugia bo. Che l'erba la cress....

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