mercoledì 2 ottobre 2013

Attenzione!

Stiamo lavorando per farvi trovare tutti i
con la trascrizione di ciascun dibattito in Aula.
[pian piano li troverete tutti]

 
 
per farvi un'idea cliccate la scritta 'VERBALI di CONSIGLIO' qui sopra

lunedì 29 luglio 2013

Ordine del Giorno sulla ciclopista Abbadia-Lecco



Oggi - lunedì 29 luglio - ore 18,15: Consiglio Provinciale. La seduta è pubblica.

ORDINE DEL GIORNO
Presidente del Consiglio

1. VERBALE RELATIVO ALLA SEDUTA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DEL 24 GIUGNO 2013 - APPROVAZIONE

Presidente

2. REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI FINANZIAMENTI E BENEFICI ECONOMICI A SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI - MODIFICA ART. 27 - ESAME E APPROVAZIONE

3. UNIONE DELLE PROVINCE D’ITALIA (UPI) - RIADESIONE

Assessore Teti

4. APAF - AGENZIA PROVINCIALE PER LE ATTIVITÀ FORMATIVE - PIANO
PROGRAMMA, BILANCIO ECONOMICO DI PREVISIONE ANNUALE 1.9.2013 - 1.8.2014, BILANCIO ECONOMICO DI PREVISIONE PLURIENNALE 2013/2014 – 2014/2015 – 2015/2016. ESAME E APPROVAZIONE

 
INTERROGAZIONI, INTERPELLANZE, ORDINI DEL GIORNO, MOZIONI
5. ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAL CONSIGLIERE ITALO BRUSEGHINI E ALTRI – PROT. N. 34611 DEL 18 LUGLIO 2013 - IN MERITO ALLA CICLOPISTA ABBADIA LARIANA-LECCO

6. INTERPELLANZA PRESENTATA DAL CONSIGLIERE ITALO BRUSEGHINI – PROT. N.34609 DEL 18 LUGLIO 2013 - IN MERITO ALLA DETERMINA N.315 DEL 23.04.2013 AD OGGETTO “PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DELLA VARIANTE ALLA SS 639 NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI LECCO, RICOMPRESA NEI COMUNI DI LECCO, VERCURAGO E CALOLZIOCORTE.
ADEGUAMENTO CORRISPETTIVO DIREZIONE LAVORI E ASSESTAMENTO QUADRO ECONOMICO”

7. ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAL CONSIGLIERE CHRISTIAN MALIGHETTI E ALTRI – PROT. N. 35082 DEL 23 LUGLIO 2013 - RELATIVO ALLA DIFFUSIONE DELLE SALE GIOCHI DOTATE DI SLOT MACHINE E DELLE SALE SCOMMESSE –  RECEPIMENTO ESITO DELLA PETIZIONE POPOLARE

 



martedì 25 giugno 2013

L’agricoltura e la congiura del silenzio


La stagione del rilancio dell’agricoltura lecchese, durata per oltre dieci anni con le amministrazioni di centrosinistra, sembra definitivamente conclusa. Chi ha a cuore le sorti dell’agricoltura lecchese attende invano da quattro anni provvedimenti da parte dell’amministrazione in carica, sollecitati in più occasioni, ma senza risultato.

Nella precedente amministrazione ho avuto per alcuni anni, la responsabilità politica di questo settore e sono ben consapevole delle difficoltà e delle potenzialità presenti, ma le une si possono fronteggiare e le altre sviluppare solo attraverso una visione e una strategia, che è mancata in questi ultimi quattro anni.

Può essere nell’ordine delle cose che forze politiche alternative siano portatrici di una diversa visione delle politiche per un settore e perciò abbiano differenti approcci, ma ciò che è stupefacente è quello a cui siamo costretti ad assistere, ormai da lungo tempo, come cittadini e come rappresentati eletti all’interno delle istituzioni: la totale mancanza di azione dell’amministrazione nel settore agricolo e l’atteggiamento, sprezzante, della Giunta nei confronti del Consiglio provinciale. All’unanimità il Consiglio aveva approvato, ormai nel lontano 2011, un ordine del giorno, a cui tardivamente la Giunta aveva dato seguito con un primo provvedimento programmatico, che poi è rimasto “lettera morta”. Mi riferisco al progetto di sviluppo della filiera corta del latte, per il quale il Consiglio meriterebbe almeno un aggiornamento serio in merito allo stato del progetto, a cosa è stato realizzato e a ciò che non è stato fatto. Mi permetto di ricordare al nuovo assessore all’agricoltura, se quello precedente non l’avesse fatto nel passaggio di consegne, gli unici atti deliberativi di questa amministrazione che hanno preso in considerazione un progetto per l’agricoltura lecchese: la Delibera del Consiglio provinciale n. 17 del 7/2/2011 e la Delibera della Giunta provinciale. n. 173 del 19/07/2011.

E’ cambiato l’assessore, è cambiato il dirigente, sono stati riorganizzati gli uffici, ma il risultato a cui assistiamo è lo stesso: per questa amministrazione l’agricoltura non esiste!

In questi quattro anni l’amministrazione di centrodestra non ha delineato una visione e non ha messo in cantiere un progetto. Non ha agito per lasciare sviluppo al territorio, non ha nemmeno tentato di mettere in campo qualche idea, ad esempio per affrontare Expo 2015, di cui si è ormai alla vigilia e che è centrato proprio su agricoltura e alimentazione. E’ possibile pensare che l’agricoltura di un territorio, ricco di risorse attrattive come il nostro, che si pensa e si auspica possa essere visitato da centinaia di miglia di persone che arriveranno a Milano per l’ormai prossima esposizione universale del 2015, non abbia nulla da offrire?

Evidentemente per questa Amministrazione la risposta è “no”, vista l’afasia della Giunta su questo argomento. Ritengo che sia un errore non pensare, ad esempio, che occorra riqualificare l’offerta gastronomica, creare reti di relazioni e servizi fra gli agricoltori e con chi si occupa di ristorazione e di turismo, operare per contribuire a valorizzare nel territorio una cultura alimentare che renda vivi i prodotti locali e non li riduca a semplici oggetti di folclore, difendendoli e diffondendoli.

Stiamo vivendo in un tempo di crisi economica che per migliaia di persone significa perdita del lavoro e del reddito. Centinaia di piccole imprese nel nostro territorio sono costrette a ristrutturarsi e a guardare anche verso ambiti di attività diversi da quelli precedenti, alla ricerca di alternative alla chiusura. In questo contesto, anche l’agricoltura potrebbe rappresentare un settore di interesse che potrebbe aiutare a creare nuove prospettive, soprattutto ai giovani, utilizzando meglio le risorse del territorio. Invece, cosa è successo? Le reti fra i produttori non si sono sviluppate oltre il livello a cui erano giunte grazie al lavoro svolto in precedenza; stessa situazione per quelle con altri operatori e con i consumatori. La diffusione dei prodotti locali nella ristorazione non ha ricevuto alcuno stimolo e le risorse del territorio, a partire dai boschi, sono state abbandonate dalla Provincia. Paradossalmente, proprio quando sono disponibili dati aggiornati dell’ultimo censimento agricolo nazionale del 2010 non vengono più prodotti e diffusi dati sul settore a livello provinciale e ogni giorno, nei confronti dell’agricoltura, continua da lungo tempo a consumarsi una congiura del silenzio.
Italo Bruseghini - capogruppo PD Provincia di Lecco


domenica 9 giugno 2013

OSSERVAZIONI al PIANO CAVE - gruppi PD, SEL, IdV


Oggetto: OSSERVAZIONI AL NUOVO PIANO CAVE PROVINCIALE

PREMESSO CHE:

  • I gruppi consiliari provinciali di PD SEL e IDV fin dall’inizio hanno dichiarato la loro assoluta contrarietà alla riapertura anticipata del Piano Cave, anche per quanto attiene il comparto rocce per usi industriali, per il quale esistevano nel vecchio piano ancora ingenti quantità di materiali non ancora estratto. Nei dieci anni di residua validità si avrebbe avuto modo di maturare una consapevolezza maggiore circa i reali fabbisogni di materiale richiesti dal mercato e sarebbe stato più chiaro il quadro definitivo dei ripristini e dell’impatto delle autorizzazioni già in corso.
  • I gruppi consiliari di minoranza hanno lo stesso mantenuto grande attenzione all’iter di approvazione del presente piano, presentato interrogazioni e Ordini del Giorno, intervenendo nelle commissioni e portando le istanze delle realtà locali, fino a creare le premesse per il voto unanime dell’Odg che ha escluso dal nuovo piano l’apertura di nuovi siti estrattivi, sia per il settore sabbie e ghiaie che per la potenziale risorsa individuata sul monte Cornizzolo;
  • I metodi impiegati per l’individuazione dei fabbisogni rispondono a criteri matematico/statistici e non riescono a prevedere quella che sarà l’effettiva richiesta del mercato negli anni a venire, condizionata sia dall’incerta congiuntura economica che ha pesantemente colpito il settore edilizio, sia dagli effetti della globalizzazione e dall’evolversi delle tecnologie di produzione chimiche e siderurgiche;
  • I siti dove sono poste le cave attive appartengono quasi sempre ad aree sfruttate da decenni e sono accumunati dalla vicinanza tra cave tuttora coltivate e soggette ad obbligo di ripristino e cave totalmente abbandonate, che rappresentano una ferita sia sul piano paesaggistico e ambientale, sia per la sicurezza delle aree stesse. Questo tipo di situazione è comune sia al monte Magnodeno, con gli insediamenti estrattivi e manufatti abbandonati sopra Maggianco, al monte Moregallo, con le tre cave abbandonate accanto alle cave Spandri e al Monte Barro con la cava Mossini. Per tutti questi ambiti, il Piano dovrà cercare di migliorare la situazione esistente, nella direzione di un completo ripristino delle aree che ne migliori la situazione esistente.

lapidei per industria

Obiettivi generali:

  • Determinare all’interno del Piano Cave una precisa e vincolante calendarizzazione che porti a definire la data precisa del termine delle attività estrattive sul Monte Magnodeno, per le cave denominate Cornello, Vaiolo Bassa e Vaiolo Alta a prescindere dall’esaurimento o meno delle risorse giacimentologiche;
  • Pervenire ad una decisa riduzione delle previste volumetrie estrattive in virtù di una valutazione dell’andamento del pregresso Piano Cave (che prevedeva, per le tre cave lecchesi, una possibilità estrattiva di oltre 9,9 milioni di mc in 20 anni, di cui ne sono stati escavati solo 4,6mln al 30.06.2012, con un residuo di oltre 5,3mln), del reale stato delle escavazioni nell’ultimo triennio (428.247mc escavati sul Magnodeno nel 2009; 344.011mc nel 2010 e 392.949 nel 2012, a fronte di una previsione annua del nuovo Piano cave pari a 585.000) e delle previsioni di fabbisogno di materiale per i prossimi anni (in raffronto alle quali le richieste delle aziende escavatrici sono considerevolmente sovrastimate);
  • Prestare maggiore attenzione alla qualità del ripristino complessivo dell’intero complesso naturalistico comprese, per quanto possibile, le citate aree dismesse non più iscritte nel perimetro delle aree di cava;
  • Definire, già nell’ambito del costituendo Piano Cave, precise linee-guida circa le prescrizioni oggetto della convenzione con il comune di Lecco in termini di controllo dei ripristini, dei risultati, dei quantitativi cavati e degli step temporali di ogni operazione.

A.1) CAVA CORNELLO

Motivazioni della richiesta

Si osserva che l’effettiva concessione di volumi per l’escavazione, pur essendo quantitativamente meno imponente rispetto alle altre cave che insistono sul monte Magnodeno, è soggetta ad una valutazione quanto mai complessa in quanto i dati di mercato evidenziano una decisa flessione dei fabbisogni di materiale, per via dei cambiamenti nelle tecnologie e per la diversa dislocazione delle produzioni che necessitano del prodotto cavato; Si evidenzia inoltre come le richieste di previsione inserite nel Piano Cave siano sovradimensionate rispetto al trend estrattivo evidenziato negli ultimi anni (5.487 mc nel 2009; 7.854 mc nel 201, mentre non è disponibile il dato del 2011) a fronte di una previsione 10.00 mc annui del nuovo Piano Cave.

Richiesta di modifica

  • Assoggettare le autorizzazioni ad una verifica annua dei quantitativi effettivamente cavati, al fine di abbreviare i tempi di escavazione a favore di un più vicino completo recupero e rinverdimento del sito estrattivo, qualora il mercato dovesse determinasse una riduzione del fabbisogno di materiale.
  • Ridurre la concessione a 10 anni, anziché i 20 previsti dal Piano;
  • Prevedere una riduzione pari al 30% dei volumi estrattivi indicati nel Nuovo Piano Cave per l’Ambito “ATEi1 Cornello”, prevedendo una capacità estrattiva annua pari a 7.000 mc, anziché i 10.000 mc attualmente previsti;

A.2) VAIOLO BASSA

Motivazioni della richiesta

Si osserva che la Cava viene ad interessare un’area denominata C2 che di fatto costituisce un nuovo fronte estrattivo, estendendo l’area delle escavazioni in una zona boschiva pregiata col rischio di compromettere località riconosciute e frequentate come Neguggio e Carbonera, già sufficientemente disturbate dalla vicinanza con la cava attiva. Si evidenzia inoltre un forte gap tra le quantità escavate nell’ultimo triennio (87.545mc nel 2009 e 51.489 nel 2010, mentre non sono disponibili i dati relativi al 2011) e quanto previsto dal piano cave (175.000 mc/anno).

Richiesta di modifica

  • Si richiede una riduzione pari al 30% dei volumi estrattivi indicati nel Nuovo Piano Cave per l’Ambito “ATEi2 Vaiolo Bassa”, prevedendo una capacità estrattiva annua pari a 105.000 mc, anziché i 175.000 mc attualmente previsti;
  • Si richiede che il nuovo Piano Cave preveda una riperimetrazione degli ambiti estrattivi esclusivamente all’interno dell’area denominata C1, già oggetto del Piano Cave precedente, anche qualora tale modifica dovesse determinare una riduzione dei quantitativi autorizzabili, escludendo di fatto ogni previsione estrattiva nell’area indicata come C2.
  • Allo scopo di riequilibrare la riduzione comportata dalle modifiche di cui al punto precedenti, il Piano dovrà prevedere la stipula di una convenzione tra gli operatori interessati, che imponga ad Unicalce -attivo nella cava “Vaiolo Alta”- di conferire il materiale per loro non idoneo (stimato in circa 3.200.00 mc) all’operatore Fassa.
  • Si richiede inoltre di valutare all’interno del nuovo Piano Cave delle prescrizioni più stringenti riguardo alle tecniche di ripristino, con l’abbassamento dei gradoni di escavazione dai previsti 15 mt a 8 metri, con base più larga e pendenze ottimizzate delle livellette per consentire un miglioramento del recupero a verde al fine di mitigare meglio l’aspetto risultante del versante della montagna.

A.3) VAIOLO ALTA
 
Motivazioni della richiesta

In virtù delle considerazioni espresse in premessa, si rimarca una forte preoccupazione per gli ingenti quantitativi di materiale previsti dal nuovo Piano Cave e per la mancanza di un qualsiasi limite temporale che non sia la coincidenza con l’esaurimento della risorsa estrattiva. Si evidenzia inoltre un forte gap tra le quantità escavate nell’ultimo triennio (335.215mc nel 2009, 284.668 nel 2010 e 309.941 nel 2011) e quanto previsto dal piano cave (400.000 mc/anno).

Richiesta di modifica

  • Si richiede l’istituzione di un adeguato Organismo di Controllo (idealmente composto da quattro soggetti, rispettivamente rappresentanti del Comune di Lecco, della Provincia di Lecco, degli operatori e delle associazioni ambientaliste) che possa monitorare lo stato delle coltivazioni (che dovranno essere puntualmente eseguite come indicate dal piano per un massimo di tre gradoni in contemporanea) e l’adempimento delle opere di ripristino, con particolare riguardo alle condizioni di effettiva accessibilità e fruibilità della montagna.
  • Si richiede che il Piano prescriva un vincolo quantitativo annuo di autorizzazione per le escavazioni (non cumulabile e non recuperabile negli anni successivi)
  • Si richiede una riduzione pari al 30% dei volumi estrattivi indicati nel Nuovo Piano Cave per l’Ambito “ATEi3 Vaiolo Alta”, consentendo una previsione estrattiva annua pari a 280.000 mc, anziché i 400.000 mc attualmente previsti;
  • Si fa richiesta, come già indicato per la cava “Vaiolo bassa”, di un miglioramento nelle tecniche di coltivazione che possa consentire la realizzazione di gradoni più bassi con piede più largo, al fine di mitigare meglio l’aspetto risultante del versante della montagna, una volta che le attività di escavazione saranno terminate;- Si richiede di individuare nel piano ogni tipo di istituto utile a garantire la corretta restituzione della montagna ripristinata, compresi gli oneri di ripristino di aree limitrofe eventualmente concordati in convenzione col comune di Lecco, in particolare con opportune garanzie fidejussorie che coprano l’ammontare stimato delle opere di recupero ambientale promesse in sede di convenzione.

B) pietrisco calcareo detrito (Moregallo)

B.1) CAVA MERLO

Nell’area della cava “Merlo” è vigente una convenzione che prevede l’escavazione di circa 60.000 mc di pietrisco calcareo, con un riporto di materiale più o meno della stessa entità. La convenzione, sottoscritta nel 2006 e di durata quinquennale, è stata prorogata a seguito della proroga dell’autorizzazione provinciale, per altri cinque anni, ferme restando tutte le altre condizioni.
La proposta di nuovo Piano Cave prevede un’espansione della Cava Merlo pari a 55.000 mc di materiale per i prossimi 10 anni, raddoppiando, di fatto, le dimensioni della cava.

Motivazioni della richiesta:
Seppur di portata limitata rispetto alle cave “Spandri” e “Nuova Spandri”, la cava “Merlo” presenta una posizione particolarmente delicata sul piano paesaggistico e ambientale, essendo situata all’interno di una zona boschiva, prevista dal Piano di Indirizzo Forestale della Regione Lombardia, assai prossima alla sponda del lago. Ciò risulta essere in contrasto anche con il Piano Paesaggistico Regionale, che prevede il diniego di escavazione a meno di 300 mt dalle sponde lacuali.

Richiesta di modifica al Piano:
A fronte delle premesse sopra esposte, la presente osservazione propone il contenimento delle autorizzazioni ai quantitativi già individuati nel precedente Piano, annullando -di fatto- ulteriori previsioni escavative presso il sito “ATEp1 Merlo”. Si richiede inoltre di procedere ai ripristini ambientali previsti e alla messa in sicurezza dell’area e alla dismissione della cava
Italo Bruseghini – Capogruppo Partito Democratico
Alessandro Pozzi – Capogruppo Sinistra e Libertà
Giancarlo Valsecchi – Capogruppo Italia dei Valori

[grazie alla Consigliera Anna Mazzoleni per la redazione]


lunedì 20 maggio 2013

INTERROGAZIONE su designazione in Fondazione Cariplo - gruppo PD

INTERROGAZIONE IN MERITO ALLA DESIGNAZIONE DELLA TERNA DELLA PROVINCIA DI LECCO PER LA NOMINA DI UN COMPONENTE DELLA COMMISSIONE CENTRALE DI BENEFICENZA DELLA CASSA DI RISPARMIO DELLE PROVINCE LOMBARDE
 


 

Interrogazione sulla situazione della Ss.36 - gruppo PD


OGGI - lunedì 20 maggio - Consiglio Provinciale. La seduta è pubblica!

lunedì 20 maggio 2013 alle ore 18.00

ORDINE DEL GIORNO

Presidente

1. COMUNICAZIONE DECRETI DEL PRESIDENTE

Presidente del Consiglio

2. VERBALE RELATIVO ALLA SEDUTA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DEL 29 APRILE 2013 - APPROVAZIONE

Presidente

3. AZIENDA SPECIALE RETESALUTE - ACCOGLIMENTO RICHIESTA AMMISSIONE COMUNE DI MISSAGLIA E APPROVAZIONE CONSEGUENTI MODIFICHE ALLA CONVENZIONE COSTITUTIVA E STATUTO
4. POLO LOGISTICO INTEGRATO DEL BIONE LECCO-MAGGIANICO SPA PROVVEDIMENTI

Assessore Conrater

5. CONVENZIONE CON GLI AMBITI DISTRETTUALI DI BELLANO, LECCO, MERATE PER LA DEFINIZIONE DI INTERVENTI IN FAVORE DELLE FASCE DEBOLI DEL MERCATO DEL LAVORO. PERIODO 01/06/2013 - 31/12/2013 – ADESIONE

6. CONVENZIONE CON L’AZIENDA SANITARIA LOCALE DI LECCO PER LA REGOLAZIONE DEI RAPPORTI RELATIVI ALL’ESERCIZIO DELLE COMPETENZE PROVINCIALI DI CUI ALLA LEGGE REGIONALE 12 MARZO 2008, N. 3 “GOVERNO DELLA RETE DEGLI INTERVENTI E DEI SERVIZI ALLA PERSONA IN AMBITO SOCIALE E SOCIOSANITARIO”. PROROGA FINO AL 31.12.2013 - APPROVAZIONE SCHEMA

Assessore Fumagalli

7. RENDICONTO DI CHIUSURA DELL’ISTITUZIONE VILLA MONASTERO AL 31.03.2013 – ESAME E APPROVAZIONE

8. VARIAZIONI AL BILANCIO 2013, AL BILANCIO PLURIENNALE 2013/2015 E ALLA RELAZIONE PREVISIONALE PROGRAMMATICA (2^ VARIAZIONE BILANCIO 2013)– ESAME E APPROVAZIONE

Assessore Signorelli

9. AZIENDA SPECIALE PROVINCIALE PER LA REGOLAZIONE E IL CONTROLLO DELLA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO “UFFICIO D’AMBITO DI LECCO”. BILANCIO DI ESERCIZIO 2012 - ESAME E APPROVAZIONE
 
10. AZIENDA SPECIALE PROVINCIALE PER LA REGOLAZIONE E IL CONTROLLO DELLA GESTIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO “UFFICIO D’AMBITO DI LECCO”. DELIBERAZIONE N. 19 DEL 22 APRILE 2013 AVENTE PER OGGETTO ”PREDISPOSIZIONE DELLA TARIFFA NELL’OSSERVANZA DEL METODO TARIFFARIO TRANSITORIO NEL PERIODO 2012-2013” - ESAME E APPROVAZIONE
INTERROGAZIONI, INTERPELLANZE, ORDINI DEL GIORNO, MOZIONI

11. ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAL CONSIGLIERE PAOLO BETTIGA E ALTRI – PROT. N. 22934 DEL 14 MAGGIO 2013 - IN MERITO ALLO STUDIO DI FATTIBILITÀ DEL COMPLETAMENTO SVINCOLO STRADALE DI PIONA IN COLICO

12. INTERROGAZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI PAOLO ARRIGONI E CHRISTIAN MALIGHETTI – PROT. N.20134 DEL 26 APRILE 2013 - IN MERITO A PROCEDURE DI GARA PER INTERVENTI DI VALORIZZAZIONE DI VILLA MONASTERO
 
13. INTERROGAZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE ITALO BRUSEGHINI – PROT. N. 22741 DEL 13 MAGGIO 2013 - IN MERITO ALLA DESIGNAZIONE DELLA TERNA DELLA PROVINCIA DI LECCO PER LA NOMINA DI UN COMPONENTE DELLA COMMISSIONE CENTRALE DI BENEFICENZA DELLA CASSA DI RISPARMIO DELLE PROVINCE LOMBARDE

14. INTERROGAZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE ITALO BRUSEGHINI – PROT. N. 23040 DEL 14 MAGGIO 2013 - IN MERITO ALLA SITUAZIONE CRITICA VERIFICATASI SULLA SS 36 NEL SECONDO WEEK END DI MAGGIO.
 

lunedì 29 aprile 2013

Oggi - lun 29/4: Consiglio Provinciale. La seduta è pubblica.

Il Consiglio Provinciale è convocato
nella sede della Provincia di Lecco, Piazza L. Lombarda n. 4,
per il giorno lunedì 29 aprile 2013 alle ore 18.00

ORDINE DEL GIORNO

Presidente del Consiglio

1. VERBALE RELATIVO ALLA SEDUTA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE DEL 8 APRILE 2013 - APPROVAZIONE

Assessore Fumagalli

2. RENDICONTO DI GESTIONE ESERCIZIO FINANZIARIO 2012 - APPROVAZIONE

3. CONTO CONSUNTIVO DELL’ISTITUZIONE VILLA MONASTERO. ESERCIZIO FINANZIARIO 2012. APPROVAZIONE.

4. COMUNICAZIONE DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE N. 52 DEL 26/03/2013 CONCERNENTE L’UTILIZZO DEL FONDO DI RISERVA, AI SENSI 2° COMMA, DELL’ART. 166 DEL D.L.GS N. 267/2000 E DELL’ART. 13 DEL VIGENTE REGOLAMENTO DI CONTABILITA’

5. COMUNICAZIONE DELIBERAZIONI DELLA GIUNTA PROVINCIALE N. 57 DEL 04/04/2013 E N. 60 DEL 08/04/2013 CONCERNENTE L’UTILIZZO DEL FONDO DI RISERVA, AI SENSI 2°  COMMA, DELL’ART. 166 DEL D.L.GS N. 267/2000 E DELL’ART. 13 DEL VIGENTE REGOLAMENTO DI CONTABILITA’

Presidente

6. RELAZIONE ANNUALE DELLA COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’ AI SENSI DELL’ART.5 – COMMA 3 – DEL RELATIVO REGOLAMENTO - PRESENTAZIONE

martedì 19 marzo 2013

Sui tagli al Trasporto pubblico locale e sulle nuove deleghe di Giunta

Due considerazioni su due scelte della Giunta Nava, che non condividiamo e che, senza avere la eco meritata, abbiamo già sollevate in modo articolato durante l'ultimo Consiglio provinciale.

Abbiamo avuto modo di dire all'Assessore De Poi e al Presidente Nava, sia durante la Commissione trasporti sia durante il Consiglio di inzio marzo, che comprendiamo le difficoltà che devono affrontare a fronte di minori risorse in bilancio, ma non crediamo che debba essere il trasporto pubblico locale a farne le spese. Capiamo che non sono i tempi giusti per pretendere investimenti provinciali a favore del cambio di mentalità di tutti noi, favorendo la progressiva diminuzione della mobilità privata a favore di quella pubblica (cambio impossibile se non supportato da seri investimenti economici), ma dall'altra parte non accettiamo che a fronte di tagli regionali non si batta ciglio e si “corra ai ripari” tagliando corse di autobus qua e là, soprattutto nelle aree montane della nostra provincia, ovvero quelle già dotate di minori servizi e a rischio spopolamento progressivo.

Abbiamo proposto soluzioni - ottenendo l'avallo anche della maggioranza consigliare - che potessero riposizionare parte delle risorse tagliate sui capitoli dell'Assessorato ai Trasporti, ma l'Assessore De Poi ha rifiutato ogni via alternativa.

E, francamente, la cosa ci ha molto stupiti!

Oggi - a fronte di sollecitazioni di Sindaci, cittadini e Consiglieri comunali a ripristinare le corse sia in Valvarrone, sia a Mandello - chiediamo alla Giunta, ancora una volta, di ripensarci.

E offriamo le due soluzioni che già abbiamo avuto modo di proporre: un prelievo dal fondo di riserva, che possa in parte ripristinare i 50.000 euro mancanti, oppure portare le deleghe assessorili a otto, tornando indietro nella scelta di nominare Fumagalli Assessore, e conferendo anche a lui, come alla Consigliera Benedetti, una delega consiliare ad hoc, non retribuita.

A questo proposito ci permettiamo di sottolineare una particolarità: Fumagalli – uomo - ha ricevuto una delega assessorile con tutti i crismi; Colombo – donna - ha ricevuto una delega consiliare non retribuita, in piena – e da noi non condivisa! - linea con la scelta di Nava di avere una Giunta completamente al maschile.

E' però necessario - perchè le nostre battaglie in Consiglio provinciale abbiano una certa efficacia come è già successo per il Piano cave - che i Sindaci continuino a pensare ai servizi, allo sviluppo del nostro territorio e alla sua salvaguardia in modo collettivo, perchè l'unione fa la forza. L'attenzione prevalentemente focalizzata sul proprio particolare, seppur legittima e comprensibile, talvolta fa perdere tutti quanti.

L'assenza agli incontri e la debolezza di presa di posizione di alcuni Sindaci, ad esempio, hanno permesso all'Assessore De Poi di effettuare i tagli senza troppi sensi di colpa.

E un risultato simile lo si vedrà, a breve, sugli effetti della prossima variante ptcp (piano territoriale provinciale), dove, a nostro parere, i Sindaci hanno deciso di non decidere.

Ma questa è un'altra storia che avremo modo di approfondire.


19 marzo 2013                                     Gruppo PD in Provincia di Lecco

martedì 12 febbraio 2013

Quel che pensiamo della proposta di variante di PTCP

Il gruppo Pd in Provincia di Lecco ribadisce le molte perplessità e contrarietà all'avvio della variante di PTCP promossa e votata dalla Giunta Nava e dalla sua maggioranza.

In particolare esprime preoccupazione per una variante ad un piano, quello del 2008, che viene lasciato pressochè intonso, salvo inserire un principio che, soprattutto se non governato saldamente e con linee guida chiare, può dar adito ad una sorta di liberismo edificatorio, a tutto danno del nostro territorio e solo a lieve, se non nullo, supporto all'uscita dalla crisi economica.

A fronte di molteplici richieste di innovazione, esigenza fortemente espressa da tutti i soggetti coinvolti nella giornata di lavoro promossa dalla Provincia nell'ottobre 2012 (OST), “da intendere tanto come
processo evolutivo delle imprese esistenti che come opportunità di accogliere nuove imprese innovative”, e di mobilità funzionale allo sviluppo economico, l'unica nuova risposta, alla fin fine, che questa variante di piano esprime è data dalla possibilità di ampliamenti industriali, prescindendo dalle potenzialità già possibili perchè già presenti nel PTCP vigente ed eliminando o dilatando le soglie di sovraccomunalità .

Ricordiamo che il PTCP vigente consente già le seguenti espansioni:

i Comuni possono ampliare le aree produttive nei singoli PTCP secondo queste soglie di sovraccomunalità (art. 28 NTA)
+ 15.000 mq x ogni Comune (5.000 x la valsassina e lago)
(ciò significa che oltre certe soglie i Comuni possono cmq fare ampliamenti ma facendo accordi con i Comuni limitrofi x perequare il suolo sottratto x le infrastrutture x condividere lo sviluppo oltre soglia x individuare ri-equilibri territoriali in termini di infrastrutture, servizi, ambiente, ecc.)
Inoltre ogni Comune può prevedere:
Riconversione di aree dismesse esistenti (non conteggiate nei parametri di cui sopra)
Individuazione in aggiunta a quanto sopra aree locali in ampliamento x:
Art. 30 NTA + 5.000 mq (ridotti a 2.500 x valsassina e lago)
E ancora: + 15% di tutte le aree esistenti x adeguamenti della produzione

La nostra preoccupazione nasce dall'opinione che l'analisi socio-economica effettuata abbia l'obiettivo di ratificare, ex post, scelte politiche già assunte e che quindi manchino pezzi di analisi che avrebbero guidato, in modo concreto, le scelte della Giunta e del Consiglio. Scelte che ad oggi non si evincono nei documenti proposti, non essendo evidenziata una revisione normativa delle aree produttive.

Manca una mappatura effettiva delle aree produttive esistenti e la loro effettiva utilizzazione, delle aree dismesse, manca un'analisi sulla modalità di crescita e sviluppo delle aree sul territorio della provincia, manca un'analisi della domanda e dell’offerta di aree e della domanda rimasta inevasa, manca la localizzazione territoriale in relazione alle infrastrutture, manca un'immagine dell'andamento nei PGT dei Comuni della pianificazione di aree di questo tipo, mancano le richieste avanzate, negli anni, dai Comuni e le rispettive eventuali criticità rispetto ai criteri di sviluppo consentiti dall’attuale PTCP.
Non viene tenuto in considerazione il patrimonio immobiliare sfitto o inutilizzato.

Inoltre continuiamo a ribadire che a nostro parere è una variante sbagliata nei tempi, che parte dai dati relativi il triennio 2007/2010, senza tenere conto che i veri effetti della crisi si sono materializzati successivamente a questo periodo in maniera più evidente.

Un'ulteriore preoccupazione ci deriva da un'affermazione dell'Assessore Bezzi fatta durante la Conferenza dei Sindaci della Brianza. In sintesi diceva che la variante di PTCP deve, secondo le sue intenzioni, tenere obbligatoriamente conto delle valutazioni e delle osservazioni dei Sindaci, a costo di dover rivedere scelte fatte in precedenza. Frase ambigua che ci preoccupa molto, al pari di tante altre.
Noi riteniamo possa essere valida solo a fronte di una premessa, non derogabile. Ossia che il PTCP è strumento provinciale di pianificazione di area vasta, che non può farsi sopraffare dai singoli localismi e da esigenze microterritoriali. La Provincia di Lecco non può delegare ai Comuni il compito di programmazione territoriale che le compete. Un conto è la flessibilità di utilizzo degli strumenti di programmazione, all'interno di maglie ben definite, un conto è lo “splafonamento urbanistico”.

Per quel che riguarda la parte relativa a Rete Ecologica – Paesaggio, apprezziamo il tentativo di legare gli interventi edilizi alle compensazioni ambientali, ma ci preoccupa la sottovalutazione delle difficoltà nel far rispettare indicazioni che hanno una ricaduta diretta sulla rendita fondiaria.

In particolare il nuovo art. 61 stabilisce che:

I comuni definiscono, tramite appositi studi, la consistenza delle misure di compensazione in relazione alle tipologie di interventi previste. In attesa o in assenza di tali studi, si individuano i seguenti rapporti:
per ogni mc edificato, sia interrato che fuori terra, verranno calcolati 3 m lineari di siepi o 1 mq di bosco o ecosistema equivalente;
per ogni mq di strada, 5 mq di bosco o ecosistema equivalente;
per elettrodotti e metanodotti, 3 mq di bosco o ecosistema equivalente ogni mq disboscato

La norma è certamente interessante, ma non si spiega come possono essere individuate le aree in cui effettuare tali compensazione. E' noto infatti che gli interventi di edificazione sono effettuati da operatori privati che hanno poi difficoltà a reperire le aree per tali compensazioni. Se si vuole che la norma sia efficace è necessario che siano i Comuni o la Provincia stessa ad individuare gli ambiti in cui tali compensazioni debbono essere attivate (aree pubbliche, aree da perequare, ecc) e compito del PTCP è di chiarire anche le modalità di reperimento di queste aree.

Apprezziamo, infine, l'evidenza che è stata data ad una delle idee su cui la precedente Amministrazione ha tenacemente lavorato.
La Tavola: “Rete verde” contenuta nella cartella “Rete verde di ricomposizione paesaggistica”, infatti, altro non è se non la revisione del la tavola “Quadro strategico territoriale” già contenuta nel vigente PTCP, rimaneggiata alla luce della revisione della tavola di rete verde vera e propria. 
In sostanza il documento strategico è un documento che fu fatto per la prima volta nel 2008 nel tentativo di far recepire al PTCP le diverse progettualità di sistema esistenti sul territorio.

Purtroppo dobbiamo rimarcare che, in generale, manca la volontà di far diventare questo quadro d’insieme un vero e strumento di sviluppo strategico del territorio: un quadro programmatico che l’analisi socio economica doveva invece contribuire ad indagare, verificare, motivare, confermare, andando a fornire, in sostanza, elementi utili per disegnare una aggiornata visione di sviluppo. 

Il processo avviato in questo senso nel 2008 non trova invece sviluppi nemmeno in questa proposta di variante. Ed è stato chiaro che non sarebbe potuto avvenire, perché in questi anni, anziché cercare di sviluppare e avviare i progetti di PTCP, racchiusi nei famosi 12 obiettivi strategici del PTCP in vigore, si è perso tempo ad avviare questa variante su questioni di facciata (aree produttive) e a mettere mano a Piani che potevano anche aspettare tempi migliori (vedi il Piano Cave).

Vogliamo ricordare questi 12 obiettivi, che ben danno l'idea della complessità della visione che sta dietro:

1. Valorizzare le qualità paesistiche e culturali del territorio provinciale e la collocazione metropolitana della Città dei Monti e dei Laghi Lecchesi – componente primaria dei Sistemi Territoriali Pedemontano e dei Laghi individuati dal Piano Territoriale Regionale (PTR) - come vettore di riconoscimento dell’identità locale e come opportunità di sviluppo sostenibile del territorio;
2. Confermare la vocazione manifatturiera della provincia di Lecco e sostenere i processi di innovazione (e di rinnovo) dell’apparato manifatturiero;
3. Migliorare l’integrazione di Lecco e della Brianza nella rete urbana e infrastrutturale dell’area metropolitana;
4. Favorire lo sviluppo di una mobilità integrata e più sostenibile;
5. Migliorare la funzionalità del sistema viabilistico, specializzandone i ruoli in relazione alle diverse funzioni insediative servite (produzione, residenza, fruizione);
6. Tutelare il paesaggio come fattore di valorizzazione del territorio e come vettore di riconoscimento e rafforzamento dell’identità locale;
7. Conservare gli spazi aperti e il paesaggio agrario, qualificando il ruolo della impresa agricola multifunzionale e minimizzando il consumo di suolo nella sua dimensione quantitativa ma anche per i fattori di forma;
8. Contrastare la tendenza ad un progressivo impoverimento della biodiversità e alla riduzione del patrimonio di aree verdi;
9. Qualificare i tessuti edilizi incentivando lo sviluppo di nuove tecnologie bio-compatibili e per il risparmio energetico;
10. Migliorare le condizioni di vivibilità del territorio;
11. Garantire la sicurezza del territorio con particolare riferimento alla montagna;
12. Promuovere i processi di cooperazione intercomunale e la capacità di auto-rappresentazione e proposta dei Sistemi Locali.

Li riteniamo obiettivi che, associati ai progetti strategici di Ptcp (PRINT E PVA), costituiscono la carta di identità dei progetti strategici di sviluppo infrastrutturale, culturale, turistico e produttivo del nostro territorio, connotati identificativi da rafforzare, quindi, e da sviluppare soprattutto nella prospettiva di "fusione" con altre Province.
Riteniamo si debba trovare, quindi, il coraggio di sporcarsi le mani e lavorare su progettualità
concrete, se non si vuole che la Provincia di Lecco si ritrovi ad esercitare il ruolo di cugino povero nel futuro assetto provinciale.

Ruolo che, dagli anni del pionieristico Consorzio alla costituzione della nuova Provincia, ci siamo abituati a non dover più esercitare grazie all'orgoglio di tanti lecchesi che hanno saputo mettersi in gioco.

Lecco, 23 gennaio 2013