Basta stare tra la gente e guardare il mondo intorno per toccare con mano e comprendere le difficoltà di molte famiglie e di molte donne che intendono ritornare , o semplicemente restare, nel mondo del lavoro dopo una maternità.
Mettere al mondo un figlio è una scelta privata che ha una forte valenza sociale. Le politiche europee ci dicono che la scarsa crescita demografica sarà un problema enorme nei prossimi anni e l’ Italia anche in questo è fanalino di coda. Da noi la maternità è tanto osannata quanto non sostenuta, abbiamo una strategia tutta nostra : investiamo a costo zero sulle nonne e sui nonni!
In questo contesto a dir poco desolante, Regione Lombardia, nei mesi scorsi, ha ricevuto uno stanziamento di 6.700.000 dal Ministero delle Pari Opportunità per sostenere le politiche di conciliazione dei tempi di lavoro e di cura per le donne che intendono mantenere il posto di lavoro dopo la nascita di un figlio.
Meglio poco che niente ! Diciamo o meglio avremmo potuto dire , se Regione Lombardia avesse coinvolto le Province intessate e le parti sociali nella discussione sugli aspetti realizzativi e prima ancora sulle priorità. Invece ha messo in atto dei progetti territoriali in capo all’ ASL uguali e non modificabili , riducendo di fatto le Ammini strazioni provinciali ad un ruolo puramente esecutivo.
Alle donne viene proposta la Dote Conciliazione: un rimborso per l’ utilizzo di nidi, micronido,centro prima infanzia, baby parking ludoteca, solo se rientrano subito dopo il periodo di astensione obbligatoria e non richiedono il part time. Una limitazione penalizzante e restrittiva anche in considerazione del fatto che questi servizi difficilmente accolgono bambini di 3 mesi.
Ma non basta le donne ne possono usufruire solo se lavorano in piccole e media imprese o micro imprese, meglio ancora se sono imprenditrici o libere professioniste; nessuna possibilità per le dipendenti di grandi industrie o altro, per le precarie e per i padri . Ma ciò che completa il quadro oltre al no part-time , all’ obbligo di rinuncia immediata all’ aspettativa . all’esclusione di molte lavoratrici di vari settori è il fatto che la Dote Conciliazione viene assegnata senza prevedere alcun limite di reddito!
A seguito di queste riflessioni i capigruppo del Partito Democratico , di Azione Positiva, di Sinistra e Libertà e dell’ Italia dei Valori hanno presentato nel Consiglio Provinciale di Lunedì 26 Settembre un ordine del giorno sul Bando per l’ accesso alla Dote Conciliazione .
Ci aspettavamo una discussione aperta e critica che potesse portare ad una richiesta condivisa rivolta a Regione Lombardia . L’ obiettivo di noi consiglieri di minoranza era e continua ad essere quello di far emergere le specificità della nostra Provincia oltre alle criticità evidenziate e di tradurre il tutto in richieste efficaci e concrete. Invece, con rammarico, abbiamo dovuto semplicemente prendere del voto contrario.
Giuseppina Cogliardi Consigliere provinciale del Partito Democratico