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A suscitare dibattito e richiesta di spiegamenti, la relazione di sintesi al rendiconto 2010 che chiude con un avanzo di amministrazione di oltre 3.4 milioni di euro e un debito fuori bilancio di quasi 200mila euro.
“Pensavamo che quello del ponte Cesare Cantù fosse l’ultimo, e invece salta fuori un altro debito. Invito la giunta ad una verifica formale e sostanziale che accerti le responsabilità tecniche e politiche” ha puntualizzato Paolo Arrigoni, Lega Nord. Sul fronte degli investimenti, l’80% è stato destinato al secondo lotto della Lecco-Bergamo, la cui partenza dei lavori potrebbe essere prevista per il 2012.
La minoranza ha ricordato i soldi spesi per la cena di gala dello scorso ottobre che ha fatto tanto discutere, l’auto di rappresentanza di prestigio mentre la maggioranza ha smentito: quelli della cena sono stati soldi ben investiti per rilanciare il turismo del territorio e l’auto in realtà è stata affittata e ad un costo irrisorio rispetto al ‘rottame’, così definito da Nava, del suo predecessore.
“Se avessimo avuto quegli 8-9 milioni in media di cui disponeva chi ci ha preceduto, sicuramente oltre a fare cose in più, avremmo agito anche meglio su molte questioni riguardanti la viabilità” A sostenere gli investimenti della Provincia e ad elogiarne l’operato, Christian Malighetti, Pdl, che ha definito il risultato di bilancio ottimale.
Ha invece attaccato e accusato di complesso di inferiorità il presidente Nava, il consigliere del Pd, Italo Bruseghini, che invita la giunta a non pensare al passato ma portare a termine le opere iniziate, con puntualizzazioni sul patto di stabilità non rispettato, sui dati del turismo non proprio ottimistici, e sulle borse di tela che saranno distribuite in tutto il territorio con il logo ‘Porta la sporta’, made in China, come ha fatto notare il consigliere “Almeno nelle piccole cose, bisognerebbe attenersi ai prodotti italiani”.
Affermazione che ha trovato subito risposta da parte dello stesso presidente Nava, che ha precisato come le borse gadget a basso costo unitario non vengano ormai più prodotte in Italia. (...)
Il consigliere Italo Bruseghini mentre mostra la borsa made in China
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