lunedì 7 novembre 2011

Oggi - lunedì 7 novembre ore 18,30: Consiglio Provinciale. La seduta è pubblica!

Lunedì 7 novembre alle ore 18.30,  
presso la Sala Consiliare della Provincia di Lecco, 
si riunirà il Consiglio Provinciale per la trattazione del seguente

ORDINE DEL GIORNO:

Presidente

1. Comunicazione Decreto di nomina sostituzione componente Consiglio di Amministrazione dell’Istituzione Villa Monastero di Varenna.

Presidente del Consiglio

2. Verbale relativo alla seduta del Consiglio Provinciale del 26 settembre 2011 – Esame e approvazione.

Assessore Formenti

3. Comunicazione Deliberazione della Giunta Provinciale n. 220 del 27/09/2011 concernente l’utilizzo del Fondo di riserva, ai sensi 2° comma dell’art. 166 del D.Lgs n. 267 del 18.08.2000 e dell’art. 13 del vigente Regolamento di Contabilità.

4. Comunicazione Deliberazione della Giunta Provinciale n. 243 del 27/09/2011 concernente l’utilizzo del Fondo di riserva, ai sensi 2° comma dell’art. 166 del D.Lgs n. 267 del 18.08.2000 e dell’art. 13 del vigente Regolamento di Contabilità.

Presidente

5. Comunità di lavoro Regio Insubrica. Nuova dichiarazione di intesa e nuovo regolamento finanziario – Esame e approvazione.

6. Consorzio di gestione Parco Regionale della Valle del Lambro. Adeguamento Statuto per la trasformazione del Consorzio in Ente di diritto pubblico, ai sensi della L.R. 12/2011 – Esame e approvazione.

7. Consorzio di gestione del Parco Monte Barro. Adeguamento Statuto ai sensi della L.R. 12/2011 – Esame e approvazione.

8. Consorzio per la gestione del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. Adeguamento Statuto ai sensi della L.R. 12/2011 – Esame e approvazione.

9. Azienda speciale Retesalute – Approvazione di atto modificativo della convenzione costitutiva dell’Azienda e dello Statuto regolante la stessa attualmente vigenti.
10. Società Milano Serravalle-Milano Tangenziali Spa – Modifica dell’articolo 14 dello Statuto sociale – Esame e approvazione.

giovedì 3 novembre 2011

Qualche precisazione sul Piano Cave e sul Cornizzolo


In merito all’articolo apparso sull’incontro con i Sindaci di Suello e Civate, sul piano cave , ritengo opportuno fare alcune precisazioni.
Innanzitutto l’incontro non è avvenuto alla sola presenza della delegazione del P.D. ma erano presenti anche rappresentanti dei gruppi consiliari I.D.V, Azione positiva e S.E.L. dunque tutta la minoranza provinciale le cui posizioni in merito a questo tema combaciano.
Va specificato che in precedenza avevamo chiesto ai sindaci la possibilità di svolgere l’incontro anche alla presenza dei capigruppo della maggioranza del consiglio provinciale, per un approccio più corretto teso ad ascoltare tutte le posizioni.
La cosa non è stata possibile e non certo per responsabilità nostra.
Mancano in quel comunicato le richieste che abbiamo fatto ai comuni, ovvero di svolgere un consiglio comunale a Civate aperto, con invito ai consiglieri provinciali e all’ assessore provinciale di riferimento proprio per poterci confrontare senza equivoci o fraintendimenti.

Due sono i quesiti importanti su cui ragionare e dare una risposta:

-     Nel caso il Cornizzolo fosse erroneamente inserito nell’area di scavo, siamo pronti a votare contro l’intero Piano cave? Noi diciamo di sì.
     
-     Siamo pronti a discutere un documento da inviare a Regione Lombardia che preveda nel progetto di legge del piano cave l’autonomia decisionale della Provincia?

Noi abbiamo da sempre rivendicato il nostro no all’escavazione del Cornizzolo e come sempre abbiamo ribadito di essere pronti a discutere su tutto il resto.
Il nostro no forte riguarda solo il Cornizzolo.

Italo Bruseghini - Capogruppo P.D. Provincia di Lecco



Suello, Civate: alcuni gruppi provinciali contrari alla nuova cava sul Cornizzolo. A comunicarlo i sindaci riuniti in un ''vertice''


Si è tenuto nella serata di martedì a Suello un primo vertice "ristretto" tra Comuni e associazioni di Suello e Civate, circa le azioni da attuare nelle prossime settimane per promuovere la causa "NO CAVA" sul Cornizzolo.
Un incontro svoltosi alla presenza dei soggetti maggiormente interessati dal "rischio" di una nuova cava sul fianco della montagna (amministrazioni, Coordinamento per la tutela della montagna, Indignados NO CAVA di Civate, Gruppo Giovani di Suello), teso a individuare le prime azioni comuni da seguire relazionando al contempo i primi risultati ottenuti dal confronto con le forze politiche provinciali.
A questo proposito i sindaci Carlo Valsecchi (Suello) e Baldassarre Mauri (Civate) hanno riferito di aver ottenuto dalla maggior parte dei partiti rappresentati in Provincia prese di posizione risolute circa la contrarietà a una nuova cava sulla montagna. Un primo, importante risultato che non deve però essere accolto come una vittoria, ma come un tiepido segnale di speranza per far valere lo spirito di tutela e conservazione del territorio.
"In questi giorni abbiamo iniziato a chiedere ai politici una presa di posizione sulla nuova cava proposta nel Piano - ha spiegato Carlo Valsecchi - abbiamo incontrato capigruppo e rappresentanti degli schieramenti provinciali Lega Nord, Italia dei Valori, Pd, Sinistre e Libertà, ottenendo da tutti la medesima risposta: il Cornizzolo dovrà essere salvaguardato e tutelato nella maggior misura possibile. Dal canto loro i gruppi interpellati presenteranno un secco NO alle ipotesi di ulteriori escavazioni, su questo sono stati molto chiari. La Lega, poi, ha manifestato una particolare vicinanza al nostro territorio, supportata anche dal PD che a suo tempo aveva patrocinato l'inserimento di San Pietro al Monte nell'elenco dei siti Unesco. Anche noi sindaci opporremo un secco no a ulteriori sfruttamenti minerari. Anche se da qualche parte bisognerà pur cavare su quest'area non siamo disposti a cedere. Nessun compromesso ambientale, nessuno sconto, davanti a nessuno: quel che resta oggi del Cornizzolo non è vendibile, per nessuna cifra. È importante a questo livello una chiara presa di posizione del mondo politico che deve stabilire l'indirizzo del nuovo Piano Cave. Poi i tecnici agiranno di conseguenza. Ci aspettiamo pertanto dalla Provincia, anche alla luce delle dichiarazioni fatte, l'esclusione del Cornizzolo da questo Piano. Poi sarà la volta della "battaglia" in Regione, cui spetta l'ultima parola".

Prese di posizione decise anche da parte del sindaco di Civate, Baldassarre Mauri, che ha ribadito le posizioni a suo tempo sostenute dal gruppo Pdl: "pur non avendo ancora incontrato i vertici del Pdl provinciale, ci è stato detto che resteranno sulla loro posizione iniziale, facendosi cioè portavoce delle istanze avanzate dai Comuni. È fondamentale anche in questa prima fase interlocutoria monitorare i movimenti che avvengono in Regione. In queste settimane dovrà infatti passare in commissione un progetto destinato ad apportare diverse modifiche alle leggi che regolano i piani cave provinciali. Non sappiamo cosa accadrà nei prossimi mesi ma già ottenere dalla Provincia una sorta di "vincolo" sull'area del Cornizzolo costituirebbe un vantaggio in un ottica di discussione a livello regionale. Per la giornata di giovedì è previsto un incontro tra i Comuni firmatari del protocollo d'intesa per la salvaguardia della montagna, in quella sede valuteremo strategie comuni per muoverci nelle prossime settimane".

In fermento anche il Coordinamento per la difesa del Cornizzolo, rappresentato da Giuseppe Stefanoni. In questo caso, oltre al coinvolgimento degli enti preposti, gli aderenti si occuperanno di organizzare una manifestazione pubblica volta a sensibilizzare la cittadinanza davanti ai potenziali rischi di una nuova cava sul territorio.
"Come coordinamento prepareremo a breve un volantino, diretto e sintetico, con il quale vogliamo presentare in modo nudo e crudo la realtà dei fatti - ha precisato Stefanoni - per coinvolgere ancor di più la gente abbiamo pensato a una manifestazione, con musica o spettacoli, capace di impattare in modo più efficace rispetto alla classica conferenza solitamente frequentata dagli addetti ai lavori e da pochi altri. Sarà un evento "Pro Cornizzolo" e "No cava", al quale saranno invitati tutti i cittadini. Parallelamente chiederemo incontri con la Comunità Montana e tutti gli interlocutori che riusciremo a contattare, politici e non. Vogliamo che ognuno prenda una posizione chiara e precisa su questo tema delicato".

R.B.
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martedì 27 settembre 2011

A SOSTEGNO DELLA MATERNITA ‘ POCHI SOLDI E TROPPI ESCLUSI - ordine del giorno Dote Conciliazione: BOCCIATO.

 
Basta stare tra la gente e  guardare il mondo intorno per   toccare  con mano e comprendere  le difficoltà  di molte famiglie e di molte donne che intendono ritornare , o semplicemente restare, nel mondo del lavoro  dopo una maternità.
Mettere al mondo un figlio è  una scelta privata che ha una forte valenza sociale. Le politiche europee ci dicono che la scarsa crescita demografica sarà un  problema  enorme nei prossimi anni e l’ Italia anche in questo è fanalino di coda.  Da noi la maternità è tanto osannata quanto non sostenuta,  abbiamo una strategia tutta nostra : investiamo a costo zero sulle nonne e sui nonni!
In questo contesto a dir poco desolante, Regione Lombardia, nei mesi scorsi, ha ricevuto  uno stanziamento di 6.700.000 dal Ministero delle Pari Opportunità per sostenere le politiche di conciliazione dei tempi di lavoro e di cura per le donne che intendono mantenere il posto di lavoro dopo la nascita di un figlio.
Meglio poco che niente ! Diciamo o meglio avremmo potuto dire , se Regione  Lombardia avesse coinvolto  le Province intessate e le parti sociali nella discussione sugli aspetti  realizzativi  e prima ancora sulle priorità.  Invece ha messo in atto dei progetti territoriali in capo all’ ASL uguali e non modificabili , riducendo di fatto le Ammini strazioni provinciali ad un ruolo puramente esecutivo.
Alle donne viene proposta la Dote Conciliazione: un rimborso per l’ utilizzo di nidi, micronido,centro prima infanzia, baby parking ludoteca, solo se rientrano  subito dopo il periodo di astensione obbligatoria e non richiedono il part time. Una limitazione penalizzante e restrittiva anche in considerazione del fatto che questi servizi difficilmente accolgono bambini di 3 mesi.
Ma non basta le donne ne possono usufruire solo se lavorano in piccole e media imprese o micro imprese, meglio ancora se sono imprenditrici o libere professioniste; nessuna possibilità per le dipendenti di grandi industrie o altro, per le precarie e per i padri . Ma ciò che completa il quadro oltre al no part-time , all’ obbligo di  rinuncia immediata all’ aspettativa . all’esclusione di molte lavoratrici di vari settori è il  fatto che la Dote Conciliazione viene assegnata senza prevedere  alcun limite di reddito!
A seguito di queste riflessioni  i capigruppo  del Partito Democratico , di Azione Positiva, di Sinistra e Libertà e dell’ Italia dei Valori  hanno  presentato  nel Consiglio Provinciale di Lunedì 26 Settembre  un ordine del giorno sul   Bando per l’ accesso alla Dote Conciliazione .
Ci aspettavamo  una discussione aperta e critica che potesse   portare  ad una richiesta condivisa rivolta a Regione Lombardia . L’ obiettivo  di noi consiglieri di minoranza era e continua ad essere  quello  di far emergere le specificità della nostra Provincia oltre alle criticità evidenziate e di tradurre il tutto  in  richieste efficaci e concrete. Invece, con rammarico, abbiamo dovuto semplicemente  prendere del voto contrario.

Giuseppina Cogliardi Consigliere provinciale del Partito Democratico

lunedì 26 settembre 2011

 
Oggetto  ordine del giorno su : Bando per l’ accesso alla “ Dote Conciliazione”
Il Consiglio provinciale di Lecco

Premesso che :

1.     Sono oltre 25.000 le donne lombarde che, nello scorso quinquennio, hanno dato le dimissioni dal posto di lavoro, nel primo anno di vita del bambino, a causa dell’ impossibilità di conciliare il lavoro con la cura
2.     I gruppi di lavoro della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Lecco tra Settembre e Dicembre 2010 hanno svolto un  percorso che li ha visti impegnati  nella riflessione sulla tematica della conciliazione famiglia lavoro che ha prodotto le seguenti considerazioni:
·        I dati relativi al territorio lecchese sono in linea con i dati regionali, ovvero tasso di occupazione femminile nettamente sotto la media europea,  stazionario nel tempo l’ uso di congedi parentali, ( sia per madri che per padri) ed anche il tasso di dimissioni nel primo anno di vita per le madri.
·        In Lombardia quasi una donna su 5 ( il 20%) lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio.
·        L’ insieme dei servizi per la prima infanzia ( asili nido e servizi integrati) forniscono una percentuale di presa in carico degli utenti pari al 12,7% a livello nazionale; in regione Lombardia pari al 16,5%. Lontano dall’ obiettivo previsto dalla strategia di Lisbona che è il 33%.
·        Un incremento degli asili nido del 10% farebbe aumentare la probabilità di lavorare del 7% per le donne più istruite e del 14% per le donne meno istruite. Un incremento del numero di lavori part-time farebbero crescere la possibilità di essere occupate del 5% per le donne più istruite e del 10% per le donne con istruzione minore.

Prendendo atto che:
  
Regione Lombardia avendo a disposizione 6.700.000 euro dal Ministero delle Pari Opportunità ha messo in atto dei progetti territoriali in capo all’ ASL per predisporre alcuni interventi di conciliazione fra cui la”  Dote Conciliazione” misura non discussa nei suoi aspetti realizzativi con i territori ( nello specifico le Province interessate) e le parti sociali.
Inoltre questo stanziamento del Ministero delle Pari Opportunità avviene a fronte di un taglio di trasferimenti pari a 4 milioni di euro derivanti dal risparmio per l’ innalzamento dell’ età pensionabile del pubblico impiego e tacendo sugli stanziamenti del piano straordinario per lo sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia varata dal governo Prodi che prevedeva per il triennio 2007/2009 una somma totale di 727 milioni di euro.

Considerato che:

La Dote Conciliazione viene avviata anche nella Provincia di Lecco senza nessuna autonomia di scelta su come utilizzarla, sacrificando in tal moda la capacità di risposta in relazione alla peculialità del Territorio.
Tale Dote Conciliazione  consiste in un rimborso per l’ utilizzo di uno o più servizi ( nido,micronido,centro prima infanzia,nido famiglia,baby sitting, baby parking, ludoteca) da utilizzare da parte delle madri, unicamente se rientrano dopo il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro. Questa limitazione risulta molto penalizzante e restrittiva, anche in considerazione del fatto che i servizi sopra citati difficilmente prevedono l’ accoglienza dai 3 mesi del bambino.

Considerato altresì che:

·        I destinatari della dote sono le donne lavoratrici presso piccole e medie imprese e micro imprese, libere professioniste o imprenditrici a vario titolo; mentre non è previsto l’ accesso per le dipendenti di grandi aziende , le lavoratrici precarie e i padri che si assumono la responsabilità di cui alla legge 53/2000.
·        Il bando non prevede alcun limite ISEE o da reddito, mentre pone come condizione per l’ accesso la rinuncia al part-time.
·        A  beneficiare dei fondi resi disponibili  saranno solo 300 donne ( a fronte di una previsione di nascite per la Provincia di Lecco  che si attesta intorno a 2500 bambini in un anno ), selezionate in ogni provincia coinvolta (Mantova, Monza, Brescia, Cremona, Lecco, Bergamo ) a prescindere dalle differenti realtà socio-economiche dei territori .
·        Per ottenere la dote, la donna deve rinunciare,da subito all’ aspettativa facoltativa prevista dalla legge
·        I voucher sono usufruibili solo da parte delle madri e non sono  rivolti ai padri , disattendendo di fatto, lo spirito della legge sui congedi parentali che indicava  nella condivisione del lavoro di cura uno dei motori per favorire la conciliazione dei tempi . Violando  in tal modo  le direttive europee in materia di Pari Opportunità.

Il Consiglio Provinciale di Lecco

 Impegna il Presidente della Provincia e la Presidente della Commissione Pari Opportunità ,sua delegata al tavolo territoriale per la Conciliazione famiglia Lavoro, a operare per :

·        Rendere accessibile la Dote Conciliazione alle categorie oggi escluse:
-         Dipendenti di grandi industrie
-         Lavoratrici precarie
-         Donne che non hanno rinunciato subito, a 3 mesi del bambino, all’ aspettativa facoltativa
-          Padri che si assumono la responsabilità di cui alla legge 53/2000

·        Avviare nella Commissione Pari Opportunità della Provincia  una discussione ampia e condivisa  su tempi e modalità di attuazione degli altri punti dell’ accordo di  collaborazione per la realizzazione della rete territoriale per la conciliazione , nello specifico su come verranno utilizzate le somme restanti

·        Relazionare in itinere  al Consiglio Provinciale informazioni e dati sugli effetti dell’ applicazione della” Dote Conciliazione”nel territorio della Provincia Di Lecco e sugli altri punti del suddetto Accordo di collaborazione territoriale.


Ordine del giorno proposto dai capigruppo di :

  Partito democratico  Italo Bruseghini
  Azione Positiva        Rocco Cardamone
  Sinistra e libertà      Alessandro Pozzi
   Italia dei Valori        Giancarlo Valsecchi



Non vi sembra ci sia qualche mancanza (per lo meno in termini di rappresentanza di genere)?

oggi ore 18,30: Consiglio Provinciale. La seduta è pubblica.

Consiglio Provinciale di lunedì 26 settembre

Lunedì 26 settembre alle ore 18.30, presso la Sala Consiliare della Provincia di Lecco, si riunirà il Consiglio Provinciale per la trattazione del seguente

ORDINE DEL GIORNO
 Presidente
1. Comunicazione Decreto di nomina del rappresentante della Provincia di Lecco in seno al Consiglio Direttivo dell’Associazione UniverLecco per il triennio 2011-2013.

Presidente del Consiglio
2. Verbale relativo alle sedute del Consiglio Provinciale del 30 maggio 2011, 20 giugno 2011 e 25 luglio 2011 – Esame e approvazione.

Assessore Formenti
3. Ratifica Deliberazione della Giunta Provinciale n. 188 del 02.08.2011 relativa a variazione urgente al Bilancio per manutenzione caldaia Villa Monastero con applicazione avanzo di amministrazione 2010 (4^ Variazione al Bilancio 2011).
4. Comunicazione Deliberazione della Giunta Provinciale n. 187 del 02.08.2011 concernente l’utilizzo del Fondo di riserva, ai sensi 2° comma dell’art. 166 del D.Lgs n. 267 del 18.08.2000 e dell’art. 13 del vigente Regolamento di Contabilità.
5. Verifica degli equilibri di Bilancio – Esercizio finanziario 2011. Ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi (art. 193 del D.Lgs. n. 267/2000) – Esame e approvazione.
6. Variazioni al Bilancio 2011, con applicazione quota avanzo di amministrazione 2010, al Bilancio pluriennale 2011/2013, alla Relazione previsionale programmatica, al Piano Triennale degli investimenti (5^ Variazione conseguente a salvaguardia Bilancio 2011) – Esame e approvazione.
7. 3^ Variazione al Bilancio di previsione 2011 – Variazioni al Bilancio triennale di programmazione per il triennio 2011/2013 dell’Istituzione Villa Monastero di Varenna e definizione della tariffa per l’utilizzo della tensostruttura a Villa Monastero.

Assessore Bezzi
8. Agenda strategica di coordinamento locale per l’attuazione del Polo Produttivo di Interesse Sovracomunale in comune di Colico. Variante integrativa al PTCP. Approvazione definitiva.

INTERROGAZIONI, INTERPELLANZE, ORDINI DEL GIORNO, MOZIONI

9. Ordine del giorno presentato dal Consigliere Italo Bruseghinie altri – Prot. n. 41551 del 22.08.2011 in merito al bando per l’accesso alla Dote Conciliazione

giovedì 7 luglio 2011

IL RESPIRO CORTO DELLA PROVINCIA SULLA FILIERA CORTA - o della filiera corta e i polli di Renzo

Il bilancio della Provincia in agricoltura ad oggi è fatto di due anni di latitanza politica, un po' di macerie  e i comunicati stampa dell'Assessore Dadati, che a dire il vero ultimamente si sono diradati. Forse per il timore di essere scovato preferisce tacere, cercando di passare inosservato e pensando di non dovere rendere conto dell'assoluta mancanza di un'idea, di una proposta, di un obiettivo perseguito in tutto questo tempo.
Questa amministrazione si è completamente dimenticata dell'agricoltura, nonostante gli "stati generali" assolutamente inutili e improduttivi, e mi domando per quanto tempo ancora gli agricoltori devono assistere a questo scempio che li priva anche della prospettiva di vedersi riconosciuti ruolo e considerazione. Con tutta evidenza siamo di fronte all'assoluta mancanza di interesse da parte del responsabile politico di questo settore. Non c'è un interlocutore con cui potersi confrontare, sia pure da posizioni diverse.
Le cose in positivo annunciate dall'assessore e che purtroppo non hanno mai visto la luce sono tante, dalla fiera dell'agricoltura a Lecco al rilancio del Consorzio forestale, dal piano straordinario sui sentieri ai distributori di latte negli edifici provinciali, per citarne alcune. Le cose certe al momento sono quelle distrutte, dalla fiera di successo svolta da alcuni anni ad Osnago all'abbandono del Consorzio forestale  di ben cinque comuni, per finire con gli uffici dell'agricoltura. Emblematico della situazione preoccupante è l'ordine del giorno sulla filiera corta del latte da me proposto, che per volontà unanime del Consiglio provinciale avrebbe dovuto essere presentato dall'assessore entro il 7 aprile e invece a fine giugno non ha ancora visto la luce, se non sotto forma di una bozza tardiva che giudico una presa in giro del Consiglio provinciale e soprattutto degli allevatori. Membri della stessa maggioranza ne hanno denunciato alla stampa l'incapacità di portare avanti un progetto condiviso all'unanimità e credo sia la prima volta che questo Consiglio provinciale abbia trattato un argomento riguardante l'agricoltura.
Silenzio assordante dell'assessore all'agricoltura anche sulla recente polemica sul mercato agricolo a Lecco, che dimostra il disinteresse e la mancanza di strategia su un tema cruciale per le agricolture marginali come quella lecchese.
Il tema della filiera corta, sul quale con le precedenti amministrazioni  la Provincia ha avuto un ruolo propositivo e decisivo, agendo da apripista nell'avviare le prime esperienze che hanno avuto un notevole successo, ha rappresentato un punto centrale della strategia di sviluppo e di modernizzazione dell'agricoltura. La gestione della filiera da parte degli agricoltori, dalla produzione alla commercializzazione dei prodotti freschi o trasformati, in una situazione storica di importanti trasformazioni, può dare un contributo decisivo alle politiche di sviluppo dell'agricoltura di aree come quella lecchese, poiché riconosce un ruolo sociale agli agricoltori e rende loro più tangibile anche la dimensione economica dell'attività, come dimostra ampiamente il successo e lo sviluppo dell'agriturismo e  in particolare della ristorazione.
L'importanza crescente  che si attribuisce all'agricoltura multifunzionale, nella quale vengono valorizzate quelle  funzioni che fino a poco tempo fa erano ritenute secondarie rispetto a quella produttiva, quali i servizi prodotti dalle aziende, il governo del territorio, l'importanza sociale e culturale, il miglioramento dell'ambiente, rischia di provocare negli agricoltori un senso di perdita di identità e di contenuti del loro lavoro, portandoli a percepire l'attività come priva di un riscontro concreto. Questa percezione porta anche al rischio di non cogliere non solo il valore sociale e culturale, ma anche il fine economico dell'agricoltura collocata nel nuovo ruolo. La filiera corta, perciò, può sostenere i processi di modernizzazione agricola, che sono di vantaggio per tutto il territorio. Questa chiave di lettura regge una strategia e una visione dello sviluppo di questo settore e non riduce i mercati agricoli alla sterile e vecchia polemica che vuole contrapposti i commercianti agli agricoltori. Dal silenzio, dunque, emerge la mancanza di un progetto per l'agricoltura, altro che la "provincia utile" degli slogan elettorali del centrodestra, come dimostra anche l'affossamento del progetto sul "paniere dei prodotti agricoli" che avevo impostato avviato e che l'attuale maggioranza ha trattato come fatto burocratico, risolto con uno sterile documento clandestino privo di utilità. Invece avrebbe dovuto costituire uno strumento utile di appoggio di una proficua collaborazione fra agricoltori, artigiani e commercianti, per favorire l'integrazione dell'agricoltura nell'economia locale attraverso una "filiera di territorio" capace di valorizzare le risorse agricole, i servizi e l'artigianato locali. La strategia di lavoro era stata delineata, bastava solo portare avanti con interesse azioni finalizzate alla soluzione del problema e non fare cadere anche questa iniziativa sotto l'insensata scure epuratrice.
A due anni dal suo insediamento questa amministrazione ha dimostrato, nei fatti, tutta l'indifferenza per l'agricoltura e oggi non può più presentarsi credibile. Forse è questa inconfessabile  consapevolezza, cioè la mancanza di un'idea di sviluppo dell'agricoltura di questo territorio, che ha determinato la mancanza di un'iniziativa della Provincia che impedisse che le associazioni degli agricoltori e dei commercianti sul mercato agricolo di Lecco recitassero la parte dei famosi polli di Renzo, ignari di finire tutti in pentola.
                                                                         
                                                         Italo Bruseghini - Capogruppo del Partito Democratico

lunedì 20 giugno 2011

Interrogazione avente ad oggetto i tagli di cattedre e classi nel sistema scolastico provinciale

I sottoscritti consiglieri provinciali, esprimono viva preoccupazione per la situazione che rischia di verificarsi con l’inizio del prossimo anno scolastico in alcune scuole secondarie della nostra Provincia sulle quali -stando alle dichiarazioni dell’Ufficio Scolastico provinciale- graverebbero il taglio di numerose cattedre e la soppressione di alcune classi, con evidenti disagi per studenti e famiglie.

Considerato che:

- si preannuncia come probabile la soppressione di numerose classi richieste dalle Scuole secondarie lecchesi per l’anno scolastico 2011/2012 ed in particolare: Ipsia Fiocchi (1 classe seconda, 1 classe terza operatore elettrico); Itis Viganò Merate (1 classe prima); Liceo Greppi (1 classe prima liceo classico, 1 classe seconda liceo classico);
- è stato annunciato il taglio in organico di diritto di 21 posti con una notevole individuazione di perdenti posto negli istituti secondari superiori, che coinvolgeranno 35 docenti così distribuiti:

Is Bertacchi (3); Liceo Classico Manzoni (3); Liceo Artistico M. Rosso (7);Is Bachelet Oggiono (1) liceo scientifico Grassi (1) Is Marco Polo (1); Is Greppi (11); Itc Parini (2); Itis Merate (1); Is Badoni (2); Itg Bovara (1); Is Fiocchi (1);

- tagli di particolare gravità ricadranno sull’Istituto Greppi di Monticello dove 29 studenti non potranno continuare il corso di studi prescelto e saranno costretti a convolare su altri istituti;
- tali tagli inficeranno sulla qualità dell’offerta didattica provinciale e penalizzeranno in particolare la scuola pubblica, costretta a mantenere classi numerose ed eliminare i corsi considerati onerosi per via del numero esiguo di alunni;
- le decisioni relative a tali tagli sono state assunte in modo verticistico, senza alcuna mediazione con le famiglie e comunicate solo al termine dell’anno scolastico in corso;

Interrogano il Presidente e l’Assessore competente

per conoscere se e in che modo la Provincia:

- sia stata coinvolta nelle decisioni dell’Ufficio Scolastico provinciale;
- abbia valutato l’impatto che tali tagli potrebbero avere sulla nostra Provincia già interessata da un preoccupante aumento dell’abbandono scolastico;
- abbia già valutato la possibilità di aprire un tavolo di confronto con le Parti sociali, la Consulta degli Studenti e altri soggetti così da non lasciare all’esclusiva volontà dell’Ufficio scolastico provinciale decisioni di tale importanza e gravità;
- intenda attivarsi nelle sedi opportune per opporsi alla politica di tagli indiscriminati messa in atto dal Governo nazionale e dalla Regione con devastanti ricadute sulla nostra Provincia.

Alessandro Pozzi – Sinistra e Libertà
Italo Bruseghini – Partito Democratico
Rocco Cardamone – Azione Positiva
Giancarlo Valsecchi – Italia dei Valori


OGGI 20 giugno ore 18,30 - Consiglio Provinciale a Casatenovo

Lunedì 20 giugno alle ore 18.30, presso la Sala Consiliare della Comune di Casatenovo in piazza della Repubblica 7, si riunirà il Consiglio Provinciale per la trattazione del seguente

ORDINE DEL GIORNO

Presidente

1. Controversia tra Provincia di Lecco, Provincia di Como, Regione Lombardia – Contributo Fers progetto Telematica lecchese. Sentenza Corte di Appello di Milano 768/2010. Approvazione transazione e riconoscimento debito fuori bilancio.
2. Lariofiere. Modifica statutaria. Esame e approvazione.
3. Società Clac srl Centro legno Arredo Cantù. Liquidazione e nomina liquidatore. Esame e approvazione.

Assessore Formenti
4. Variazioni al Bilancio 2011 con applicazione quota avanzo di amministrazione 2010, al Bilancio pluriennale 2011/2013, alla Relazione previsionale programmatica, al Piano triennale degli investimenti, all’Elenco degli incarichi e al Piano delle alienazioni (2^ Variazione Bilancio 2011) – Esame, discussione e approvazione.

5. 1^ Variazione al Bilancio di previsione 2011 – Variazioni al Bilancio triennale di programmazione per il triennio 2011/2013 dell’Istituzione Villa Monastero di Varenna con applicazione dell’avanzo di amministrazione - Esame, discussione e approvazione.
6. Comunicazione Deliberazione della Giunta Provinciale n. 125 del 24/05/2011 concernente l’utilizzo del Fondo di riserva, ai sensi 2° comma dell’art. 166 del D.Lgs n. 267 del 18.08.2000 e dell’art. 13 del vigente Regolamento di Contabilità.

Presidente
7. Organi collegiali ritenuti indispensabili per la realizzazione dei fini istituzionali dell’Ente, ai sensi dell’art. 96 del D.Lgs 267/2000 - Individuazione.


INTERROGAZIONI, INTERPELLANZE, ORDINI DEL GIORNO, MOZIONI

8. Interrogazione presentata dal Consigliere Alessandro Pozzi e altri – Prot. n. 30818 del 14.06.2011 in merito ai tagli di cattedre e classi nel sistema scolastico provinciale.

mercoledì 1 giugno 2011

Dichiarazione di voto - a nome del PD, AZIONE POSITIVA, IDV - su modifiche statutarie Casinò di Campione - Cons. Italo Bruseghini

CASINO’ DI CAMPIONE
SUCCUBI DEI RICATTI DEL COMUNE DI CAMPIONE
Le posizioni delle Camere di Commercio non sono chiare e durante il dibattito non siete stati in grado di darci le risposte sul ruolo delle Camere di Commercio.
Ci interessava sapere inoltre quali novità vi sono state nel considerare che il contributo del Comune spetta prima del rimborso, delle spese della società e se questa Giunta si è resa conto che i soci, qualora gli introiti della società non siano sufficienti per corrispondere al Comune la quota stabilita dalla Legge e per la gestione ordinaria della stessa, sono o saranno chiamati a ripianare le perdite finanziando così il Comune che comunque è  sempre garantito e, indirettamente, lo Stato che obbliga il Comune a sostenere, con i proventi della società, le spese per i servizi governativi che il Comune deve assicurare (stipendi dei funzionari pubblici, uffici postali, carabinieri e sanità eccetera).
COSA DICE LA LEGA A TALE PROPOSITO? TOGLIAMO I SOLDI DEL NOSTRO TERRITORIO PER MANDARLI A ROMA?
Interessa sapere infatti se la Giunta si è resa conto che viene proposto, nell’accordo di programma, che il Comune, per l’anno 2011 e in parte per la l’anno 2012, corrisponda alla società qualche milione di franchi…(affermando “compatibilmente con il bilancio”-CHE BUFALA) si badi bene non in denaro ma in beni materiali e immateriali…beni materiali magari soggetti ad usura quali ad esempio arredi….. e alle provincia socie, una somma lorda di 4 milioni di euro a fronte del riconoscimento DEL DIRITTO SEMPRE  E COMUNQUE CHE LA QUOTA DEL COMUNE E’ PRIORITARIAMENTE PRELEVATA DAI PROVENTI DEL CASINO’ DEDOTTE, BONTA’ LORO, GLI INTROITI DEL GUARDAROBA, DELLE MANCIE E  DEL RISTORANTE….. CHE HA SEMPRE PERSO E CHE ORA DIVENTA, MIRACOLOSAMENTE UNA RISORSA.
Nella documentazione fornita, si dice che la transazione evita che il Comune di Campione, pagando la somma di oltre 9.700.000,00 franchi, decisa dal lodo arbitrale, rischia di dover dichiarare il dissesto. Ai cittadini della provincia di Lecco, che il Comune di Campione debba dichiarare il dissesto, dopo tutti i privilegi che ha avuto e che ha tutt’ora, crediamo interessi poco. Per quanto riguarda l’eventuale fallimento del casinò di Campione, visto che qualcuno si preoccupava per i lavoratori, noi ci preoccupiamo per l’occupazione del nostro territorio e non per i privilegiati di Campione.
I nostri  gruppi sono, invece, estremamente preoccupati che, sia questa provincia, in caso di proventi  insufficienti per far fronte al contributo del Comune ed alle spese di gestione della società, A DICHIARARE IL DISSESTO considerato che il bilancio non registra avanzi economici o di amministrazione per far fronte a spese di questo genere E CHE IL CASINO’ DA ALMENO DIECI ANNI, NON REGISTRA PIU’ INTROITI SUFFICIENTI PER LE SPESE OBBLIGATORIE  DELLA SOCIETA’ E DEL COMUNE E CHE I SOCI NON PERCEPISCONO UTILI DALLO STESSO PERIODO.
Concludo chiedendo se su tale proposta vi è l’accordo unanime di tutti i soci ed in particolare da coloro, come le Camere di Commercio, che sarebbero chiamate a ripianare le perdite e mai a percepire alcun utile ( quindi si trovano a subire l’accordo; da parte Vostra silenzio assoluto).
I nostri gruppi comunque, per i motivi sopra indicati, voteranno contro IN QUANTO QUESTA VOSTRA DECISIONE METTE IL BILANCIO DELLA PROVINCIE A RISCHIO DI DISSESTO. Non è infatti immaginabile che i nuovi giochi di cui si parla, portino proventi tali da mutare le sorti della società del Casinò.
IL VOSTRO PROGETTO, CHE STATE APPROVANDO, PREVEDE CHE CI SIANO UN MINIMO DI 700 VIDEOLOTTERIES E CHE QUESTA SARA’ LA STRATEGIA VINCENTE PER SOLLEVARE LE SORTI DI QUESTA SOCIETA’. NOI, INVECE, CREDIAMO CHE SIA  UNA VERGOGNA E UN INCITAMENTO AL GIOCO CHE PORTERA’ ALLA DISTRUZIONE DI ALTRE FAMIGLIE.
Non si dimentichi inoltre che il contributo una-tantum di 840.000,00 euro, è destinato alla promozione del Comune di Campione con vantaggi irrisori per il nostro territorio.

Il Consiglio Provinciale approva a Oggiono la convenzione con il Casinò di Campione - da www.merateonline.it

Seduta ‘speciale’ per il consiglio provinciale, riunitosi nel pomeriggio di lunedì 30 maggio presso la sala delle adunanze del municipio di Oggiono.
Quella oggionese ha rappresentato l’ennesima “tappa” dei consigli itineranti indetti nei capoluoghi dei circondari lecchesi, voluti dalla giunta Nava per rinsaldare i rapporti di collaborazione tra Provincia e Comuni.
Tema “principe” della seduta è stata la modifica allo statuto della “Casinò municipale di Campione d’Italia Spa”, la società concessionaria della gestione del Casinò di Campione che vede nell’elenco dei propri soci le province di Lecco, Como e Varese.
In sostanza, come spiegato la presidente Daniele Nava, il rapporto societario con il Casinò di Campione ha portato negli ultimi anni a una drastica riduzione delle somme introitate dalla Provincia di Lecco, arrivata negli ultimi anni al completo azzeramento.
Parallelamente, negli ultimi anni il Casinò ha registrato una significativa diminuzione delle entrate, dovute fra l’altro all’incremento della concorrenza (casinò di Lugano e Mendrisio) e al successo di sistemi di gioco leciti quali lotterie e slot machines, sistemi diffusi negli ultimi anni a macchia d’olio sul territorio.
A complicare ulteriormente le cose è stata l’insorgenza di un contenzioso, tutt’ora pendente, tra la società di gestione del Casinò e il Comune di Campione d’Italia, titolare dell’autorizzazione a esercitare il gioco d’azzardo
Per far luce in questo complesso panorama, la società di gestione ha proposto ai soci (compresa la Provincia di Lecco) un nuovo schema di accordo di programma volto a massimizzare la collaborazione fra i soggetti, volto a sorpassare la congiuntura economica sfavorevole e il contenzioso in atto.
“Con questa soluzione possiamo pensare a un nuovo assetto societario che consentirà alla nostra Provincia di ricevere una parte dei proventi annuali del Casinò” ha spiegato ai presenti il presidente Nava.
Il nuovo accordo di programma prevede una collaborazione sinergica tra il Comune di Campione e la Province di Lecco, Como e Varese, finalizzata a rinsaldare i rapporti e a promuovere sul piano turistico e ricettivo il territorio di Campione.
All’atto pratico Campione d’Italia verserà alla tre province la somma di 4 milioni di euro (842.000 alla Provincia di Lecco) destinati alla riqualificazione dei rispettivi territori. Di contro le province si impegneranno a far conoscere a un pubblico più vasto le bellezze e le particolarità dell’enclave italiana, incrementando il numero di turisti e visitatori a beneficio delle attività commerciali operanti sul territorio campionese.
“L’accordo in questione darà respiro all’azienda che gestisce il Casinò – ha illustrato ai presenti l’amministratore delegato del Casinò Carlo Pagan – le sale da gioco presenti sul territorio stanno diventando di fatto dei “mini casinò” che creano concorrenza alle realtà come la nostra. Pensiamo quindi di immetterci sul mercato delle videolottery, espandendo la nostra offerta e incrementando l’immediato ritorno economico”.
Perplessità sulle modifiche allo statuto societario sono state mosse dalle minoranze. In particolare, i consiglieri Pd Anna Mazzoleni e Italo Bruseghini hanno parlato di “aspetti diseducativi legati all’inserimento della Provincia nel mercato delle videolotterie, come esposto dal dott. Pagan. Se un cittadino vuole può prendere l’auto e recarsi a Campione, ma una Provincia non può avvallare una simile azione di diffusione del gioco d’azzardo che, potenzialmente, può toccare ogni cittadino con il sistema del gioco via web. Nell’accordo è inoltre prevista un’entrata fissa annuale per il Comune di Campione, indipendentemente dalle entrate del Casinò. Qualora le entrate dell’attività non fossero sufficienti a coprire la quota di Campione, i soci – e quindi anche la nostra Provincia – dovrebbero farsi carico di una quota da versare per coprire le perdite aziendali”.
Critiche anche da Rocco Cardamone di “Azione Positiva”: “così come non è auspicabile che un’azienda ospedaliera alzi gli utili aumentando il numero dei malati, non è pensabile fare leva sulle debolezze umane per aumentare i proventi del gioco d’azzardo. Questa amministrazione non è chiamata a gestire un’azienda qualsiasi, ma ad occuparsi del sociale e della politica di un’intera Provincia”.

In sede di votazione il nuovo accordo di programma è stato approvato con i voti favorevoli della maggioranza e con i 9 pareri contrari dei consiglieri di opposizione.
R.B

da http://www.merateonline.it/

lunedì 30 maggio 2011

Fra ”patti” e “tavoli” si coltiva la propaganda - di Italo Bruseghini

A proposito del vocabolario della nuova politica, ricordato nell’editoriale di Gianfranco Colombo del 20 aprile scorso, nel quale abbondano “patti” e “tavoli” e un non irrilevante contorno di commissioni e comitati tecnici, di coordinamento, di sviluppo e quant’altro sforna  la prolifica fantasia di politici e amministratori, attenti più che ai problemi degli amministrati alla comunicazione e alla propaganda, vorrei soffermarmi sull’ultima trovata: gli stati generali.
Nella nostra provincia abbiamo fatto la loro conoscenza lo scorso anno, con gli “stati generali del turismo”, costati alcune centinaia di migliaia di euro ai contribuenti.  Anche il neoministro delle Politiche agricole, giunto al governo incassando il compenso per il voto dato alla maggioranza che sarebbe diventata minoranza se non avesse incontrato per strada i cosiddetti “responsabili”, ha annunciato che entro sei mesi organizzerà gli stati generali dell’agricoltura italiana. L’assessore provinciale Dadati intanto si è portato avanti e a fine aprile ha organizzato quelli dell’agricoltura lecchese. Su questi dirò fra breve, dopo la seguente domanda: perché chiamare questi incontri “stati generali”? A me gli stati generali ricordano quelli francesi prerivoluzionari, formati da nobiltà, clero e terzo stato. Ciascuno “stato” disponeva di un voto e normalmente nobiltà  e clero votavano insieme contro il “terzo stato”, cioè i ceti popolari. Che legame vi sia fra le odierne riunioni e quelle prerivoluzionarie per me resta un mistero. A meno di non volere pensare che chi organizza gli odierni “stati generali” abbia nascosto in mente quel modello di relazioni, naturalmente ponendosi nel ruolo della nobiltà e cercando alleanze con il novello clero. Lascio a ciascuno la libertà di attribuire i ruoli, tanto non sarà difficile individuarli fra i tanti che sembra abbiano smarrito l’abitudine all’esercizio della riflessione, della proposta, della critica e anche della rivendicazione. Vi è anche una seconda possibilità da non trascurare: lo spargimento di fumo negli occhi, che ha una sua plausibilità nella pochezza di contenuti che spesso caratterizza tali altisonanti incontri.
E veniamo agli stati generali agricoli nostrani, aperti da una pletorica passerella di amministratori e associazioni, da cui non si è ricavata alcuna analisi che costituisca il presupposto di una strategia e di proposte che le diano sostanza, e conclusi da tre incontri tematici di puro valore divulgativo. Di analisi e proposte nemmeno l’ombra, né un resoconto di stampa. Possibile che i giornali locali, che non hanno trascurato la cronaca di Arginatura, non abbiano colto l’importanza di questi stati generali e dei loro contenuti propositivi? La risposta è disarmante nella sua semplicità: non ve ne erano e sapendo che la propaganda è la cifra di questa Amministrazione provinciale, e in particolare dell’assessore Dadati, tutto ciò non mi sorprende.
Sono due anni che ne denuncio l’immobilismo in agricoltura, tranne che per l’attenzione verso la stampa, ma di risultati ancora non si è vista nemmeno l’ombra. Ricordo solo alcuni degli annunci, a cui non ha ancora seguìto un fatto concreto: fiera dell’agricoltura a Lecco in sostituzione di “Cultura che nutre” ad Osnago, distributori di latte negli edifici della Provincia, rilancio del Consorzio forestale, coinvolgimento degli agricoltori nella sistemazione dei sentieri e rilancio del turismo escursionistico, rilancio dei prodotti locali. Ad ogni annuncio una commissione o un comitato, un lancio di propaganda e via con il prossimo. Sta succedendo la stessa cosa con l’ordine del giorno da me proposto sulla filiera corta del latte, approvato all’unanimità dal Consiglio Provinciale il sette febbraio scorso. La Giunta è stata impegnata a predisporre entro sessanta giorni un programma secondo gli indirizzi dati dal Consiglio, ma a oltre cento giorni i consiglieri non hanno ancora visto traccia di questo programma. Anche in questo caso è spuntato il “Tavolo latte provinciale”, che mi spinge ad unirmi allo scetticismo dell’editorialista de “La Provincia”, ma ancora più grave è l’indifferenza nei confronti del Consiglio provinciale. Voglio ancora pensare che non sia giudicato eccessivo pretendere, da parte di chi ha propensione verso gli “stati generali”, il rispetto della volontà degli organi assembleari di indirizzo e di controllo democraticamente eletti dai cittadini. Meno stati generali e più fatti concreti, o è una richiesta esagerata.?

Italo Bruseghini – Capogruppo del Partito Democratico in  Consiglio provinciale

Convocazione Consiglio Provinciale - Lunedì 30 maggio ore 18,30 a Oggiono - la seduta è pubblica

CONSIGLIO PROVINCIALE DI LUNEDI’ 30 MAGGIO A OGGIONO
Lunedì 30 maggio alle ore 18.30, presso la Sala Consiliare della Comune di Oggiono in piazza Garibaldi 14, si riunirà il Consiglio Provinciale per la trattazione del seguente

ORDINE DEL GIORNO

Presidente del Consiglio
1. Verbale relativo alle sedute del Consiglio Provinciale del 07.02.2011 e 14.03.2011. Esame e approvazione.

Assessore Formenti
2. Comunicazione Deliberazione della Giunta Provinciale n. 100 del 19/04/2011 concernente l’utilizzo del Fondo di riserva, ai sensi 2° comma dell’art. 166 del D.Lgs n. 267 del 18.08.2000 e dell’art. 13 del vigente Regolamento di Contabilità.

3. Comunicazione Deliberazione della Giunta Provinciale n. 122 del 17/05/2011 concernente l’utilizzo del Fondo di riserva, ai sensi 2° comma dell’art. 166 del D.Lgs n. 267 del 18.08.2000 e dell’art. 13 del vigente Regolamento di Contabilità.

Assessore De Poi
4. Protocollo d’intesa per l’istituzione della Consulta per la linea ferroviaria Milano-Monza-Molteno-Oggiono-Lecco. Approvazione schema.

Assessore Bezzi
5. Agenda strategica di coordinamento locale per l’attuazione del Polo produttivo di interesse sovracomunale in comune di Colico. Variante integrativa al PTCP. Adozione.

Presidente
6. Controversia tra Provincia di Lecco, Provincia di Como, Regione Lombardia – Contributo Fers progetto Telematica lecchese. Sentenza Corte di Appello di Milano 768/2010. Approvazione transazione e riconoscimento debito fuori bilancio.

7. Fondazione Monastero di Santa Maria del Lavello. Modifica statutaria. Esame e approvazione.

8. Lariofiere. Modifica statutaria. Esame e approvazione.

9. Società Clac srl Centro legno Arredo Cantù. Liquidazione e nomina liquidatore. Esame e approvazione.

10. Società Casinò Municipale Campione d’Italia Spa. Modifiche statutarie. Schema di Accordo di programma tra Provincia di Como, Provincia di Lecco, Provincia di Varese e Comune di Campione d’Italia. Transazione tra Comune di Campione d’Italia e Società Casinò Municipale Campione d’Italia Spa. Esame e approvazione.

Lecco, 26 Maggio 2011

venerdì 20 maggio 2011

PD: fallito il centrodestra in provincia. Assessori sconfitti

Lo schema del Centrodestra nella Provincia di Lecco è fallito. Dopo la vittoria del PD al Comune di Lecco, il PD conquista - attraverso liste civiche sostenute dal Partito - i Comuni di Barzanò con il Sindaco Gian Carlo Aldeghi, Bellano con il Sindaco Roberto Santa Lucia e Garlate con Sindaco Beppe Conti.
Vengono riconfermati , nonostante alcune difficoltà, le amministrazioni di Brivio con Ugo Panzeri, Cernusco con Giovanna De Capitani, Colico con Raffaele Grega, Montevecchia con Sandro Capra, Olginate con Rocco Briganti, Sirtori con Davide Maggioni, Viganò con Renato Ghezzi, Olgiate Molgora con Dorina Zucchi.
Particolare importanza riveste la vittoria del Comune di Olgiate dove il PdL aveva candidato il Vice Presidente della Provincia di Lecco Antonello Formenti e del Comune di Colico dove era candidato Franco De Poi, Assessore Provinciale ai Trasporti, Mobilità e Protezione Civile, una strategia finalizzata a sostituire i due attuali assessori provinciali con altre due persone scelte dalla nomenclatura.
Il Centrosinistra è andato bene anche nei grandi Comuni italiani, un dato che indica che il PD è vicino alla gente e sa rispondere ai problemi del territorio.

venerdì 29 aprile 2011

Note (critiche) sul rendiconto di gestione 2010 - Consigliera Anna Mazzoleni

Corposo documento. Corredato dalla relazione della giunta.  Dalla relazione dell'Assessore. Dalla relazione dei Revisori. Corredato dalla relazione del Presidnte Nava. 

Vorrei evitare di fare la relazione di Mazzoleni. Tanto...che dire? Di per sè nulla di nuovo, un rendiconto di gestione è un documento consuntivo, tutti fatti già visti (in teoria...), di norma sono cose già dette . 

Però qualche puntualizzazione sparsa a ripercorrere un anno: e parto dal commmentare proprio la relazione del Presidente.
Già in prima pagina, al posto di "vuole focalizzare",  correggerei con "avrebbe voluto focalizzare la propria attenzione sul forte impulso allo sviluppo turistico": e ricordiamo la Cena offerta dal ministro Brambilla con la nostra borsa. Tutti capaci a fare i Signori con la borsa degli altri, nella fattispecie la nostra. 
Sempre in prima pagina: "preferibilità sociale nell'acquisto di prodotti che valorizzino la specificità e la qualità del made in Italy", e il ricordo della scelta dell'autovettura effettuata  con l'unico criterio del segmento di mercato. Non sia mai adottare un'auto meno prestigiosa...sarebbe stato lesivo del prestigio dell'Amministrazione... 
"Step by step", Presidente?..mah. Per adesso - step by step - l'informatizzazione della gestione dei documenti e della pubblicizzazione di delibere e determine lascia ancora a desiderare e non dà i risultati promessi, a fronte invece di disagi e inconvenienti piccoli e grandi. 
Notiamo - a pagina 4 - che il Presidente si felicita per la nomina del Difensore Civico - dopo un anno di attesa e di numerose sollecitazioni della minoranza  - e parimenti - dopo lunga attesa e altrettanto numerose sollecitazioni della minoranza -  il Presidente si compiace pure dell'attività della Commissione provinciale per le pari opportunità, peraltro successivamente affamata in sede di bilancio preventivo 2011. 
La relazione prosegue con un profluvio di sarà, dovrà, si prevede, si persegue,  si concluderà,... ma qui tagliamo corto ricordando a Nava che siamo in fase di rendiconto, non di preventivo e meno ancora di linee programmatiche. 

Difficile strumento il prospetto di conciliazione con il tentativo di offrire una lettura dal punto di vista economico. Non mi voglio addentrare nelle filosofie della tecnica da utilizzare per leggere sotto diversi aspetti il lavoro di un ente pubblico, che non è azienda e ha altri parametri che la pura efficienza economica pur dovendo rilevare la ragionevolezza in termini di costi/benefici di quanto fatto. Leggo con curiosità che qualcuno vorrebbe vedere introdotta la partita doppia...forse quello no, ma una forma di "contabilità di commessa" legata ad alcuni eventi, come fa ogni costruttore edile o di macchinari, o ogni produttore per lotti. E allora, tanto per dire: la commessa "cena turistica delle beffe", a fronte di spese per  oltre 225mila euro,  quanto ha guadagnato, e in che termini la   misuriamo al di là della montagna di parole e elogi strettamente autocelebrativi?

Quali costi e quali ricavi ha il "centro di costo" Conferenze circondariali, strumento voluto nello statuto della nostra provincia potenzialmente molto interessante e non mi risulta convocato mai in tempi recenti, e qui gradirei essere smentita?

Avanzo fisiologico visto il modo di gestire i residui, di 3,4 milioni di €, (2,4 vincolati per legge, 343mila vincolati per investimenti e 686mila liberi) di cui di competenza 2010 solo 591mila di cui liberi.
Una soluzione migliorativa rispetto al trascinarsi dei residui passivi sarà da perseguire attentamente per dare un elemento di certezza ai conti della Provincia che già di certo hanno poco specie nelle entrate. 

E' per evitare di trascinare troppo avanzo dal 2010 che c'è pronto un bel debito fuori bilancio di 196mila euro? Ma come, non erano tutti esauriti con le ultime variazioni di bilancio i debiti fuori bilancio, così come ci disse il Segretario generale? E questo, da dove sbuca? Come lo sistemiamo, se non c'è utilità e arricchimento per l'Ente?

Lascio per ultimo il commento alle sconsolate parole che stanno nella relazione dell'Assessore. Mi ruba il pane di bocca. Frasi che avrebbero potuto essere scritte dall'opposizione: 
- pag. 5 parla di speranze deluse (bis a pag 53!)
- in grassetto sottolineato: la Regione non ha mai risposto (bis a pag 54)

E riporto in consiglio il discorso interessantissimo fatto in Commissione sul mancato intervento della Regione Lombardia in ordine al patto di stabilità, con correttivi o meccanismi che vanno sotto il nome di Patto Orizzontale e che considerano una sorta di bonus derivante dal rispetto del patto in anni precedenti....eppure non è roba dell'altro mondo, è stato fatto dalla Regione Piemonte...

Ma Assessore: il suo omologo regionale Assessore Colozzi ci parla con voi che siete della sua stessa maggioranza politica o, indipendentemente da ogni affratellamento, fa il suo gioco e chi s'è visto s'è visto?
Dov'è l'uniformità di linea politica che ci dovrebbe portare vantaggio; dove l'attenzione del Ministro Tremonti a smollare la possibilità di spendere le riserve proprie cospicue per gli enti virtuosi? Ricordo che dopo i pagamenti ingenti che ci hanno portato fuori dal patto di stabilità ancora la nostra Provincia contribuisce ai forzieri della Banca d'Italia con un deposito infruttifero superiore ai 62milioni di euro....

Interessantissima la parte (da pag 62 in poi) sul patto di stabilità con tutta l'analisi e lo storico di quello che era il provvedimento dalla fine degli anni '90 in poi. Lo tengo sul comodino. Ho parlato più volte di questo argomento e non sono mai riuscita a spiegare bene che non si contesta ovviamente in generale lo strumento di controllo della spesa pubblica: contestiamo questo strumento così come è diventato negli ultimi anni, con gli evidenziati elementi di casualità nell'attribuzione degli obiettivi e con la mostruosità del parametro del saldo di competenza mista. 

E qui una cosiderazione generale. E' facile instillare nei cittadini l'idea che il riordino dei conti pubblici passi attraverso l'eliminazione delle Province, Enti nei quali comunque possono dire la loro attraverso i rappresentanti votati e che sono perfettamente raggiungibili in quanto non politici di casta, sono il loro Sindaco o una persona del loro paese che incontrano quando gli pare. Prima di dire "Farà la Regione: eliminiamole !" pensiamoci bene... Federalismo è anche sostenere gli Enti Locali: il governo centrale  e il Ministro Tremonti ha troppo facile gioco nel prosciugarli  e renderli non operativi.
Dotiamo le Province di entrate prevedibili e governabili e non costringiamole a stare in piedi scommettendo sulle briciole del mercato dell'auto che poi ci attossica con i suoi problemi per l'ambiente e per la viabilità che poi dobbiamo risolvere ancora noi. 
foto tratta da www.leccoprovincia.it