Intervento
in Consiglio Provinciale del 28 maggio 2012 – Consigliera Chiara Bonfanti (gruppo PD)
Ci
troviamo oggi a discutere e a valutare l'approvazione delle linee di indirizzo
per la revisione del vigente Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
(ptcp).
Abbiamo
avuto modo, e non abbiamo perso un'occasione per farlo - dalle Commissioni alle
sedute di Consiglio -, di esprimervi il nostro parere sulla vostra decisione di
riaprire il ptcp per la revisione di mandato, dopo l'ultima votata nel 2009.
Vi
abbiamo detto quanto secondo noi sia fuori luogo e fuori tempo questa ennesima
ricerca e vi abbiamo spiegato che non ci sono le condizioni per questa variazione,
non perchè la situazione non sia cambiata negli ultimi tre anni, ma perchè la
situazione è in continuo cambiamento e non è questo il momento giusto per
riaprire la partita.
Abbiamo
notato alcune sensibili mutazioni d'approccio da parte vostra, crediamo spinti
dal nostro incalzare, e iniziamo a ritrovare un po' sottolineato il tema dei
poli produttivi, già peraltro bagaglio prioritario del ptcp versione 2009, e
abbiamo notato un cenno alle aree industriali dismesse, di cui non si sa quale
sarà il reale impatto da qui alla fine della crisi.
Ma
non ritroviamo né nell'impostazione né nell'agire dell'Assessore la
consapevolezza, che invece avrebbe dovuto caratterizzare questi ormai tre anni
di mandato (tre dall'inizio, solo due alla fine...), e cioè che il ptcp non è
un obiettivo finale, ma uno strumento che deve sì indirizzare la Provincia, i
Comuni e gli Enti territoriali nelle decisioni urbanistiche/paesaggistiche
contingenti, ma soprattutto deve far sì che un territorio visualizzi il proprio
futuro, quello che vorrà essere, come vorrà (o non vorrà) essere manipolato da
soggetti e agenti esterni.
Il
ptcp, invece che essere ripensato, doveva essere usato!
I
poli produttivi, invece che essere accompagnati al fallimento, come ci pare
stia capitando con il Mais - per avvalorare scelte e decisioni diverse da
quelle che avevano ispirato la redazione del ptcp nei mandati Gandolfi,
Mastalli, Panzeri - dovevano essere presi in carico con responsabilità, impegno
e dedizione, avviati verso iniziative volte a fornire impulso allo sviluppo del
sistema produttivo (magari ricalibrati in funzione delle esigenze contingenti)
, e essere portati a termine, convinti della bontà della programmazione
territoriale.
Caro
Assessore, lei gioca di rimessa, portando a sua scusante il fatto che i
Sindaci, anche quelli di centro sinistra, le chiedono di rimettere mano al ptcp
e lasciare maglie più larghe a espansioni industriali di singoli imprenditori,
perchè si sa (e la cito) che i Comuni hanno bisogno di risorse e hanno
pressioni più vicine...
La
preghiamo: non usi presunte posizioni altrui per ribassare il senso di una
partita alta.
A
tal proposito ci chiediamo quanti degli ettari che ad oggi il ptcp consente di
realizzare ai Comuni, anche al di fuori dei Poli produttivi, sono stati realizzati
e quanti programmati?
Perché,
e lo voglio ricordare anche a chi non vuol sentire solo per fare propaganda
ideologica, che ad oggi il ptcp in vigore consente ai Comuni di programmare
comunque interventi di 15.000 mq per i comuni dei circondari meratese oggionese
calolziese casatese e di 5000 per la valsassina e lago. E ciò per ogni
Comune..... E’ in grado, Assessore, di dirci quante aree di 15.000 mq si sono
rese necessarie in questi ultimi 4 anni? Oltre a ciò è noto che ogni Comune può
garantire gli ampliamenti dell’esistente sino a 5.000 mq e per quantità in
aumento del 15% rispetto all’esistente (art. 30). Se a questo aggiungiamo gli
ampliamenti garantiti dalle nuove norme del cosiddetto Piano Casa2 per il
recupero di aree dismesse e per l'ampliamento delle attività produttive e le
deroghe consentite attraverso la cosiddetta procedura di “Sportello Unico”, non
ci pare che il problema sia quello di garantire “ maglie più larghe”, ma di
farsi carico una volta per tutte di rendere il territorio più competitivo con
opportunità di sviluppo che il sistema socio-economico nel suo insieme deve
creare facendo leva sulla coesione del territorio. Coesione che, anche in vista
di Expo 2015, non stiamo rafforzando a sufficienza e su questo gli assessorati
al territorio, turismo attività economiche e viabilità giocano un ruolo ad oggi
inesistente.
Il
ptcp è uno strumento di programmazione territoriale provinciale con il
fondamentale ruolo di coordinare l’attività dei singoli territori.
E'
questa la prospettiva da cui lei, e la Giunta, dovreste essere mossi.
Certo:
il lavoro di coordinamento e di supporto è faticoso, molto di più che mettere
al lavoro una squadra di tecnici per analizzare e scrivere.
Significa
avere idee chiare e obiettivi sì in continua verifica, ma almeno abbozzati.
Voi/Lei
sin dai primi mesi di questo mandato avete dichiarato che il ptcp sarebbe stato
revisionato, anche alla luce di richieste (che sappiamo bene non essere
coercitive o inficianti il piano e senza scadenza obbligatoria) provenienti da
Regione Lombardia.
Nulla
vi ha smosso da questa posizione. Ci verrebbe da dire evviva la coerenza, ma
visto che in ballo ci sono soldi pubblici, e il futuro del nostro territorio,
non siamo così lieti della cosa.
Vi
abbiamo chiesto di ripensarci, di utilizzare quelle risorse per dare davvero
supporto alle aziende in crisi, o per dare una mano (non solo economica, ma
anche operativa) ai Comuni nella redazione dei loro pgt (lo ricordiamo: poco
più di metà dei pgt sono arrivati in porto, con pochissimi casi di pgt
sovracomunali), oppure per iniziare a dare compimento almeno ad uno dei dodici
obiettivi strategici presenti nel ptcp della Provincia di Lecco (e non nel ptcp
Mastalli o Panzeri, ma dell'Ente.)
Oggi
più che mai sarebbe il caso, anziché procedere a revisionare norme e ridefinire
indirizzi, di dare rilancio all’economia facendo da volano a progetti strategici che portano concretamente
risorse sul territorio, avviando progetti di strategia che son in grado di
attingere a fondi esterni ai Comuni e alla Provincia (Regione, Comunità
Europea, Cariplo,...)
E
invece nulla..nessuno dei progetti strategici del ptcp vede una spinta...
Questi
sono semplicemente i titoli dei 12 obiettivi strategici presenti nel vigente
ptcp, che ben danno l'idea della complessità della visione che sta dietro:
1. Valorizzare le qualità paesistiche e culturali del territorio
provinciale e la
collocazione
metropolitana della Città dei Monti e dei Laghi Lecchesi –
componente
primaria dei Sistemi Territoriali Pedemontano e dei Laghi
individuati
dal Piano Territoriale Regionale (PTR) - come vettore di
riconoscimento
dell’identità locale e come opportunità di sviluppo
sostenibile
del territorio;
2.
Confermare la vocazione manifatturiera della provincia di Lecco e
sostenere
i processi di innovazione (e di rinnovo) dell’apparato
manifatturiero;
3.
Migliorare l’integrazione di Lecco e della Brianza nella rete urbana e
infrastrutturale
dell’area metropolitana;
4.
Favorire lo sviluppo di una mobilità integrata e più sostenibile;
5.
Migliorare la funzionalità del sistema viabilistico, specializzandone i ruoli
in
relazione alle diverse funzioni insediative servite (produzione,
residenza,
fruizione);
6.
Tutelare il paesaggio come fattore di valorizzazione del territorio e come
vettore
di riconoscimento e rafforzamento dell’identità locale;
7.
Conservare gli spazi aperti e il paesaggio agrario, qualificando il ruolo
della
impresa agricola multifunzionale e minimizzando il consumo di suolo
nella
sua dimensione quantitativa ma anche per i fattori di forma;
8.
Contrastare la tendenza ad un progressivo impoverimento della biodiversità
e alla
riduzione del patrimonio di aree verdi;
9.
Qualificare i tessuti edilizi incentivando lo sviluppo di nuove tecnologie
bio-compatibili
e per il risparmio energetico;
10.
Migliorare le condizioni di vivibilità del territorio;
11.
Garantire la sicurezza del territorio con particolare riferimento alla
montagna;
12.
Promuovere i processi di cooperazione intercomunale e la capacità di
auto-rappresentazione
e proposta dei Sistemi Locali.
A
noi non rimane che manifestare, ancora una volta, il nostro dissenso, con forza
e dotati, noi sì, del buonsenso del buon padre di famiglia.
Così
come ci rimane di impegnarci qui, davanti a tutto il Consiglio, a presidiare,
monitorare e cercare di indirizzare, per quel che è nelle nostre facoltà, il
lavoro di revisione.